Meningite, Gallera: "Vaccineremo i ragazzi nelle scuole"

Vertice in prefettura dopo i cinque casi registrati nel Basso Sebino bergamasco. L'assessore regionale: "Nessuna chiusura, lezioni riprenderanno regolarmente"

Al centro l'assessore alla Salute della Regione Lombardia Giulio Gallera

Al centro l'assessore alla Salute della Regione Lombardia Giulio Gallera

Bergamo, 5 gennaio 2020 - "Da metà settimana andremo nelle scuole superiori e vaccineremo i ragazzi: nelle scuole della zona e dove sono presenti i giovani residenti del Basso Sebino". È quanto ha dichiarato l'assessore regionale lombardo alla Salute Giulio Gallera dopo il vertice in Prefettura sui 5 casi di sepsi da meningococco nel Basso Sebino bergamasco. Le scuole, quindi, "non chiuderanno assolutamente", ha dichiarato l'assessore. Presenti al vertice tutti i sindaci del Basso Lago e della Val Calepio, i due ambiti territoriali più vicini alla zona interessata dai casi. Accanto ai primi cittadini del territorio il prefetto di Bergamo Elisabetta Margiacci, il Presidente della Provincia di Bergamo Gianfranco Gafforelli, l'assessore regionale alla Salute Giulio Gallera, il direttore di Ats Bergamo Massimo Giupponi e rappresentanti di Asst Bergamo Est. 

Al termine del vertice in Prefettura a Bergamo, i sindaci hanno diffuso una nota per i cittadini, spiegando che "in data 7 gennaio le lezioni riprenderanno regolarmente presso tutte le scuole di ogni ordine e grado e sarà attivata una campagna vaccinale all'interno delle scuole superiori frequentate dagli studenti del Basso Sebino". "Si conferma l'apertura di ambulatori straordinari e ordinari nei singoli paesi, le cui modalità di accesso verranno comunicate martedì da Ats Bergamo", conclude la nota. 

Gallera: grande tempestività

"Nella riunione di questa domenica abbiamo incontrato i sindaci e abbiamo ascoltato le richieste e le preoccupazioni dei cittadini - ha spiegato l'assessore Gallera -. Abbiamo dato tutte le risposte e ricordiamo che sia Ats sia Regione Lombardia hanno agito con grande tempestività in questa situazione così anomala. Non è anomalo però il numero delle persone che si sono ammalate di meningite, nell'ordine ogni anno sono dai 30 ai 40 casi in Lombardia, ma il fatto che sono circoscritti nella stessa area geografica. Per questo motivo, coloro che correvano un rischio reale perché sono stati esposti a chi era malato, è stato subito profilassato con l'antibiotico".

"Si ricorda che la meningite si trasmette solo con il vapore acqueo, con gli starnuti, stando a stretto contatto con una persona malata - ha proseguito l'assessore -. Per gli altri abbiamo iniziato un'azione a tappeto di vaccinazioni: per tutti, da zero a 60 anni, abbiamo aperto ambulatori che stanno effettuando da 500 a mille vaccini al giorno". Gallera ha dunque invitato a "seguire le tempistiche, con ambulatori aperti in maniera molto ampia e con personale a disposizione. I vaccini sono a disposizione. Stiamo lavorando in maniera ampia. Non ci sono problemi di vaccini e abbiamo deciso di intervenire per la fascia debole, gli studenti. Siamo in stretto collegamento con il ministero della Salute e con l'Istituto Superiore della Sanità, che ci hanno ringraziato per il lavoro che stiamo svolgendo". 

Fino a oggi sono state vaccinate 5 mila persone (3 mila a Bergamo e 2 a Brescia) contro il meningococco di tipo C. Anche i lavoratori delle aziende dei paesi coinvolti nei casi potranno avere accesso alle vaccinazioni, previo accordo con le proprie aziende. "Oltre a Sarnico, Villongo, Iseo e Paratico, apriremo ambulatori straordinari per le vaccinazioni a Predore, Credaro e Gandosso e stiamo valutando di aprire nei prossimi giorni a Castelli Calepio - ha commentato Gallera -. I vaccini non mancano, non c'è carenza anche se stiamo recuperando tutte le scorte necessarie, ma è ovvio che in farmacia non ci siano le stesse quantità, perché le farmacie hanno normalmente uno e due dosi per casi specifici". 

Il quinto caso

Sabato si è registrato il quinto caso. Un ragazzo di 16 anni, di Castelli Calepio, è stato ricoverato all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo in gravi condizioni, con febbre alta e problemi respiratori. Questa mattina, le sue condizioni sono migliorate, anche se resta ricoverato in prognosi riservata. Il giovane è stato immediatamente sottoposto agli accertamenti del caso, compreso il prelievo del liquor,  ma ancora non è stato comunicato l'esito dell'analisi di tipizzazione, che dovrà confermare se si tratta anche in questo caso del tipo C di meningococco, lo stesso che è comparso negli altri quattro casi precedenti. Proprio a Castelli Calepio lavorava Marzia Colosio, la donna di 48 anni, di Predore, morta agli Spedali Civili di Brescia per la stessa causa. Già il 3 dicembre era deceduta, sempre per sepsi da meningococco, la diciannovenne Veronica Cadei, di Villongo, mentre una studentessa di 16 anni e un uomo di 36, tutti e due pure di Villongo, erano finiti in ospedale per lo stesso motivo, ma ora sono fuori pericolo.

Rezza: "Niente panico"

Sui cinque casi di meningite accaduti nella zona bergamasca del lago d'Iseo è intervenuto anche il direttore del Dipartimento Malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità (Iss), Gianni Rezza. "Non c'è motivo di panico o allarme generalizzato, ma è giusto mantenere alta l'attenzione: se si interviene come si sta facendo, mettendo in atto una vaccinazione di massa, il focolaio si può infatti circoscrivere", ha specificato Rezza. Non solo. Rezza ha aggiunto: "Non si può escludere il verificarsi di altri casi finché le vaccinazioni in atto non daranno i loro effetti".