Maltrattamenti a Brescia: maestra rischia 5 anni

Il pm chiede 5 anni di condanna per una collaboratrice scolastica accusata di maltrattamenti e picchiare una bimba autistica di 7 anni. La bimba ha riconosciuto l'imputata in foto. Telecamere nascoste hanno fornito "la prova regina". L'imputata si è detta innocente. Sentenza il 28 novembre.

Maltrattamenti. Maestra rischia 5 anni

Maltrattamenti. Maestra rischia 5 anni

Cinque anni. É la condanna chiesta dal pm Alessio per una 34enne collaboratrice scolastica, finita a processo con l’accusa di avere maltrattato e picchiato una bimba autistica di 7 anni alla quale faceva da assistente in una primaria della Bassa. L’imputata fu arrestata in flagranza il 28 aprile 2022 al culmine di un’indagine scaturita dalla denuncia della madre, che aveva scoperto sulla figlia strani lividi e graffi. La piccola, che non voleva più andare a scuola, avrebbe riferito il nome della presunta autrice di quei lividi, riconoscendola in foto. Per il pm quel riconoscimento non è frutto di suggestione, e le telecamere nascoste in soli due giorni hanno fornito “la prova regina“: "Quando la bimba lavora con altre maestre ha un atteggiamento aperto, si chiude solo con l’imputata, che le dà pizzicotti, le tira i capelli e la lascia in un angolo per ore mentre guarda il cellulare e mangia patatine". E ancora: "L’imputata si è sempre chiusa nel silenzio. Non merita attenuanti. Le sue condotte non sono nemmeno giustificabili con un burn out da stress, giacché le uniche criticità di gestione della bambina erano le sue fughe". Dal canto suo l’educatrice con dichiarazioni spontanee ieri si è detta innocente. "Non ho mai fatto quello di cui mi si accusa", ha dichiarato in lacrime. Per l’avvocato Marco Soldi, che la assiste con il collega Piergiorgio Vittorini, il riconoscimento della bimba non sarebbe attendibile nel lasso temporale indagato dagli inquirenti - 18 giorni - l’assistente avrebbe avuto contatti con la piccola solo in 4 giorni. "I bidelli hanno riferito che la bambina si feriva da sola dando testate al muro, e il perito, Nicoletta Cerri, ha escluso la riconducibilità delle lesioni riscontrate all’imputata". Di qui la richiesta di assoluzione. Sentenza il 28 novembre. B.Ras.