FRANCESCO DONADONI
Cronaca

"Mai un litigio fra Orazio e Antonia"

Treviglio, l’imputato strangolò la moglie e poi tentò di uccidersi. Ieri in aula parenti e vicini di casa della coppia

di Francesco Donadoni

Orazio Gualteri, 81 anni, e la moglie Maria Antonia Lanzeni, 84 anni, formavano una bella coppia. Nulla che lasciasse presagire quello che è accaduto il 9 luglio 2019 nel loro appartamento, al secondo piano del condominio di via Trieste a Treviglio. Quel giorno lui uccise la moglie strangolandola con le mani e poi tentò il suicidio tagliandosi le vene con la lametta. Venne soccorso in tempo e per un periodo fu ricoverato in ospedale. A fare la terribile scoperta dell’omicidio era stato un nipote che non sentendo i nonni al telefono si era allarmato. Orario Gualtieri, difeso dall’avvocato Luigi Villa, è a processo per omicidio volontario. Ieri in Corte d’Assise, presieduta dal giudice Giovanni Petillo, la seconda udienza. In aula sono sfilati parenti, figli della coppia, il medico legale del Papa Giovanni XXIII che esegui l’autopsia, un carabiniere del Ris, il medico del 118 che fece il primo intervento e i vicini di casa. Il loro è stato un rapporto normale, mai un litigio. Solo negli ultimi anni la donna aveva iniziato a soffrire di demenza senile. Le capitava di ripetere le cose, ma per il resto dalle testimonianze non sono emersi episodi di litigi o di discussioni. L’81enne faceva uso di farmaci antidepressivi ed era in cura. Quello che è accaduto la mattina del 9 luglio 2019 è stato un tragico fulmine a ciel sereno. Per i vicini non c’erano stati episodi che in qualche modo potessero far pensare a un finale drammatico. "Io li conoscevo da 30 anni – ha detto la signora Maria Luisa, che abita proprio di fronte alla casa dove viveva la coppia –, non li ho mai sentiti litigare. Mi ricordo una volta che Gualtieri aveva portato un mazzo di rose alla moglie. E io per scherzo gli avevo detto: “A me non portano nemmeno i gambi”. Antonia pensava alla casa, lo accudiva. Quella mattina ero uscita verso le 10 ed era tutto tranquillo. Prima di mezzogiorno sono rientrata. Ad un certo punto sento suonare alla porta e si presenta un uomo in borghese, dice di essere un carabinieri. Ne sono arrivati altri e così ho scoperto quello che era successo. Poi ho chiamato subito mio marito: era spaventata. Non ci potevo credere".

Il medico legale ha confermato che la donna è morta per strangolamento, il carabiniere del Ris che ha analizzato i reperti ha spiegato che in casa non c’erano tracce di estranei. Insomma, una situazione chiara. La prossima udienza è in programma giovedi prossimo e nell’ultima, in calendario il 28 gennaio, verrà sentito anche l’imputato.