Sos legionella in Val Seriana: un pool di Ats nelle case

Otto casi a Clusone, due a Rovetta e uno a Onore: tutti ricoverati a Piario

Analisi di laboratorio

Analisi di laboratorio

Clusone (Bergamo) - Le cause sono ancora al vaglio dei tecnici di Ats Bergamo. Quel che è certo è che la Valle Seriana sta vivendo giorni di paura a causa di alcuni casi di legionellosi, un batterio che si trasmette all’uomo attraverso l’inalazione di aerosol contaminati e non attraverso l’ingestione. I casi accertati sino ad ora sono 11, nove uomini e due donne, la maggior parte in età avanzata. Otto sono residenti a Clusone, due a Rovetta e uno a Onore: tutti sono ricoverati all’ospedale di Piario, salvo una persona che si trova in terapia intensiva all’ospedale Bolognini di Seriate.

I sintomi sono febbre alta e problemi respiratori. Il batterio - legionella pneumophila - non è contagioso da persona a persona. Tra gli 11 ricoverati, infatti, non risultano nuclei familiari né contatti stretti tra loro. Resta quindi ancora più un mistero l’origine di questo "cluster", motivo per cui Ats ha avviato un’inchiesta epidemiologica e ha inviato un pool di tecnici nelle abitazioni dei casi segnalati per controllare gli impianti di climatizzazione, visto che la legionella è un batterio che cresce e prolifera o negli impianti di condizionamento oppure nelle condutture finali delle abitazioni."Siamo di fronte ad un fenomeno molto raro - spiega Oliviero Rinaldi, direttore della Struttura complessa di Medicina preventiva nelle Comunità di Ats Bergamo -. Al momento non siamo riusciti a trovare nessuna correlazione. Gli undici pazienti abitano tutti in case diverse". "Sottolinea il sindaco di Rovetta Mauro Marinoni: "Abbiamo chiesto di essere informati tempestivamente sui risultati delle analisi". Ats ha provveduto anche a far scattare il tracciamento: l’inchiesta epidemiologica prevede di ricostruire i luoghi frequentati dai pazienti, fino a 10 giorni prima della comparsa dei sintomi, perchè è questo il periodo di incubazione.

Locali pubblici, piscine, locali dove i ricoverati possono essere stati esposti ad acqua nebulizzata. "Al momento, però, - ribadisce Rinaldi - non siamo in grado, con gli elementi raccolti, di poter dire che ci sia un elemento che accomuni i pazienti. E quindi non ci sono elementi che portino a far adottare provvedimenti di sanità pubblica". Ats sta inoltre censendo tutti gli impianti di condizionamento localizzati negli esercizi pubblici di Clusone, in modo da individuare un vettore comune. L’appello alla popolazione è di pulire i filtri dei rubinetti, lasciando scorrere l’acqua.