MICHELE ANDREUCCI
Cronaca

Ladro sulla sedia a rotelle, il giudice: "Stia in carcere"

"Ha strumentalizzato la disabilità per pena più lieve"

Tribunale (foto d'archivio)

Curnasco, 4 agosto 2016 - Dura lex, sed lex. La massima latina si attaglia perfettamente al caso del rom (ma cittadino italiano) che è stato arrestato martedì mattina dai carabinieri di Bergamo, subito dopo che i suoi due complici (uno era minorenne) avevano rubato due valigette contenente attrezzi da operaio da un furgoncino parcheggiato nel parcheggio del ristorante «I sette nani» di Curnasco di Treviolo, solitamente frequentato, per la pausa pranzo, dai muratori che lavorano nei cantieri edili. L’uomo, Carlo Stepic, 37 anni, numerosi precedenti, residente nel campo nomadi di via Negrotto (Milano), è affetto da una grave malattia neurodegenerativa ed è costretto su una sedia a rotelle: per questo durante il colpo effettuato dai compari, è rimasto sul loro furgone Renault Kangur a fare da palo.

Ma la sua invalidità ieri non gli è servita ad evitare il carcere. Al termine del processo per direttissima, infatti, il giudice Massimiliano Magliacani, ha convalidato l’arresto di Stepic e del complice Angelo Hudorovic, 39 anni, un vecchio precedente del 1996, anch’egli residente nel campo nomadi di via Negrotto, ma ha disposto nei confronti di entrambi la misura della custodia cautelare nella casa circondariale di via Gleno. E questo nonostante già in passato Stepic sia risultato incompatibile con la detenzione in carcere, proprio per il fatto di vivere su una carrozzina e di avere difficoltà a muovere anche le braccia. Nella sua ordinanza il giudice ha precisato che qualora dovessero esserci dei problemi bisognerà valutare il trasferimento del rom in una struttura attrezzata dal punto di vista sanitario (senza specificare quale). Sempre il giudice ha fatto capire che Stepic avrebbe strumentalizzato la sua disabilità pensando di avere una pena meno pesante.

Il dibattimento è stato aggiornato al 22 settembre prossimo. Nel furgoncino, oltre alle due valigette, i carabinieri hanno anche rinvenuto numerosi altri attrezzi utilizzati solitamente dagli operai, come pinze, martelli, chiavi inglesi, probabile provento di altri furti compiuti dai nomadi. Che erano attrezzatissimi, tanto che gli investigatori dell’Arma nel loro furgone Renault Kangur hanno rinvenuto anche dei cartoni rigidi, con tre numeri scritti a caso, che il terzetto utilizzava per contraffare la targa del mezzo, per impedire il riconoscimento da parte delle forze dell’ordine.