La parola al Tar Ferrovie, il sindaco: "Alt al raddoppio Così ci penalizza"

Curno fa ricorso contro il primo lotto del progetto

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CURNO (Bergamo)

Si accende la battaglia del Comune di Curno contro il progetto definitivo del raddoppio ferroviario Ponte San Pietro-Bergamo-Montello, in particolare contro il lotto della prima fase Ponte San Pietro-Bergamo, che prevede la soppressione dei passaggi a livello. L’amministrazione comunale chiede che si realizzi un raddoppio ferroviario per trasporto leggero e un piano viabilistico nella zona. Quindi ha deciso di presentare ricorso al Tar contro il progetto di Rfi (Rete ferrovie italiane). Non solo. Il sindaco Andrea Saccogna ha scritto una lettera al ministro delle Strutture e trasporti, Matteo Salvini, all’assessore regionale alle Infrastrutture, trasporti e mobilità Claudia Terzi e ai vertici di Rfi.

"L’imminente decorso del termine di sessanta giorni dalla data in cui è stata comunicata, al nostro Comune, l’intervenuta approvazione del progetto definitivo dell’opera – scrive il primo cittadino –, ci costringe, nostro malgrado, a procedere con l’impugnazione del relativo atto approvativo, onde evitare il consolidamento di soluzioni progettuali che, come noto, penalizzano il nostro territorio in modo pesante e preoccupante. L’impugnazione del progetto definitivo è quindi proposta con il contestuale auspicio che possa continuare l’interlocuzione apertasi, nei giorni scorsi, anche grazie all’opera del Ministero. Tale interlocuzione, purtroppo, a causa di tempistiche assai ristrette, non è stata ad oggi risolutiva".

Insomma, un vero e proprio invito a rivedere il progetto. Spiega, infatti, il sindaco: "Dai cittadini di Curno abbiamo ricevuto un mandato chiaro. Fare di tutto affinché si realizzi un raddoppio ferroviario per trasporto leggero, che fornisca un servizio utile e non spacchi in due il paese. Il dialogo sarà sempre il nostro approccio, ma non possiamo rischiare che siano spesi 220 milioni di euro per 3,5 chilometri di ferrovia, con gravi conseguenze per Curno, senza una minima idea di quando, come e con che soldi l’opera sarà completata, senza un piano viabilistico, senza riscontri sull’aumento dell’utenza". Per protestare contro il progetto di Rfi, a dicembre è nato il comitato "Raddoppio sì ma non così".

Michele Andreucci