MICHELE ANDREUCCI
Cronaca

La “Casa di Leo“ si è allargata. Spazi per le famiglie dei baby degenti

Treviolo, la struttura è costata 7 milioni di fondi pubblici e donazioni. Accoglie molti genitori delle valli bergamasche con figli al Papa Giovanni .

Il taglio del nastro col presidente della Regione, Attilio Fontana

Il taglio del nastro col presidente della Regione, Attilio Fontana

TREVIOLOSempre più grande. È stata inaugurata ieri a Treviolo, alla presenza di numerose autorità bergamasche e regionali, la nuova ala della Casa di Leo, un progetto di ampliamento ("Leo diventa grande") che offrirà ancora maggiore supporto alle famiglie con bambini gravemente malati in cura all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo. La struttura, i cui lavori sono costati 7 milioni di fondi pubblici e donazioni private, sarà però operativa solo tra qualche mese, in attesa di completare gli impianti e gli arredi. Attualmente la Casa di Leo accoglie le famiglie nell’edificio vecchio. Attiva da sette anni, la struttura, oltre all’ospitalità, fornisce anche servizi come supporto psicologico, pedagogico e linguistico.

Grazie all’impegno di 240 volontari, le attività si svolgono tutti i giorni dalle 9 alle 22, con reperibilità costante per le emergenze, come i trapianti dell’ultimo minuto. L’iniziativa della Casa di Leo nasce dall’esperienza di Michele Morghen e Susanna Berlendis, genitori di Leonardo, un bambino affetto da una rara malattia. Dal 2018, la struttura ha ospitato 180 famiglie per un totale di 300 ingressi, e con l’ampliamento potrà accoglierne fino a 18 contemporaneamente. Saranno disponibili nuovi spazi per laboratori, ambulatori e una palestra di rieducazione psicomotoria, utile anche ai bambini dimessi dalla Pediatria di Bergamo. Il 35% degli ospiti proviene dall’estero, mentre il 20% sono famiglie lombarde, spesso residenti nelle valli bergamasche, costrette a lunghi soggiorni per terapie complesse. L’ospitalità è gratuita, seguendo il modello di alcune strutture americane: chi può dona liberamente, ma nessuno è obbligato. "Si sta realizzando un sogno - ha sottolineato Michele Morghen -. Un sogno che aiuterà altri a sognare. Le famiglie dei bambini ricoverati devono sentire un clima di serenità". Michele Andreucci