FRANCESCO SARUBBI
Cronaca

Bergamo, investito in stazione. Uno degli amici: “Stavamo correndo per salire in fretta sul bus”

Zaccaria Belatik trascinava un monopattino e ha affiancato il mezzo sulla destra. L’autista è sotto choc

Il luogo della tragedia e nel riquadro Zaccaria Belatik, morto a 19 anni

Il luogo della tragedia e nel riquadro Zaccaria Belatik, morto a 19 anni

Bergamo, 19 febbraio 2024 – È morto investito da un autobus dell’Atb (l’Azienda trasporti cittadina) davanti alla stazione di Bergamo. Il bus lo ha trascinato per diversi metri. L’autista se l’è ritrovato alla sua destra e non ha fatto in tempo a vederlo e frenare. Sotto le ruote del mezzo è rimasto il suo orologio.

La vittima si chiamava Zaccaria Belatik, 19 anni, origini marocchine ma nato in Italia, residente con la famiglia originaria di Casablanca (papà, mamma, una sorella e un fratello minori) alla frazione Grignano di Brembate. La tragedia si è verificata ieri mattina alle 8.40, in città. Secondo i primi accertamenti svolti da parte degli agenti della polizia locale, il giovane si stava dirigendo dal terminal dei tram verso la fermata dell’autobus, dalle parti della rotonda delle Autolinee.

Zaccaria Belatik aveva con sé un monopattino, ma al momento dell’impatto non era a bordo del mezzo, lo stava trascinando con sé correndo per prendere il bus. Il ragazzo era arrivato nel capoluogo con un altro tram e al momento dell’incidente era in compagnia di due suoi amici. Uno di loro, testimone oculare dell’incidente, ha raccontato che mentre si trovavano insieme al terminal del tram Teb, ma quando hanno visto arrivare il bus numero 8, su due piedi hanno cambiato idea decidendo di prendere quello anziché aspettare il tram. La corsa verso il pullman, poi il tragico incidente mentre il mezzo si metteva in moto. L’autista, 55 anni, illeso ma sotto choc, è stato accompagnato all’ospedale Papa Giovanni XXIII per accertamenti. Da una prima ricostruzione è emerso che stava guardando lo specchietto di sinistra per accertarsi che nessun veicolo sopraggiungesse, cosi da poter ripartire. Avrebbe riferito di non aver visto il giovane, che invece sarebbe sopraggiunto di corsa sulla destra del mezzo nella speranza di riuscire a salire.

“Eravamo fermi alla stazione della Teb perché volevamo andare in Borgo Palazzo a fare colazione – racconta uno degli amici della vittima, Yassine, 17 anni –. Zaccaria era con il monopattino, noi a piedi. Mancavano dieci minuti al tram e allora, quando abbiamo visto l’8, abbiamo deciso di prenderlo per metterci di meno. Non so se l’autista non lo ha visto, forse guardava dall’altra parte. Lo abbiamo raggiunto ed è successo quello che è successo”. Un altro amico di Zaccaria è corso via ed è stato rintracciato poco dopo dai carabinieri, sotto choc, per essere sentito come testimone. Ha raccontato di essere scappato per paura, perché con sé non aveva i documenti. “Erano come fratelli – aggiunge Yassine –. Quando ha visto che Zaccaria era morto, si è messo a piangere”.

Zaccaria, dopo essersi diplomato in un istituto tecnico, aveva trovato lavoro da un paio di mesi come operaio in un’azienda di Brembate che produce additivi per materie plastiche e aveva anche ottenuto l’abilitazione per guidare il muletto. “Sabato aveva finito l’ultimo turno di lavoro alle 15”, ricorda il padre, che lo descrive come un ragazzo sportivo. Conclusi i rilievi, la procura ha disposto la restituzione della salma ai familiari. Il giovane verrà sepolto a Casablanca: "Organizzeremo un momento di preghiera a Zingonia o a Curno – spiega il papà –, dopo lo riporteremo in Marocco".