Inquinamento acustico Strade e aeroporti principali colpevoli del troppo rumore

A Brescia 132.500 abitanti esposti giorno e notte a 55 decibel di media provocati dal traffico di auto e mezzi pesanti sulle arterie principali. L’aumento dei voli ha innalzato i valori di guardia a Malpensa.

di Federica Pacella

Anche se si attuassero tutte le misure attualmente a disposizione delle autorità locali, per contrastare il rumore, l’obiettivo di ridurre il 30% di persone esposte a inquinamento acustico entro il 2030 è pressoché irraggiungibile. Al massimo, dice l’Agenzia europea dell’ambiente nell’ultimo alert sul tema, si potrebbe arrivare a una riduzione del 19% nello scenario ottimistico in cui fossero ridotti, ad esempio, i limiti di velocità sulle strade urbane, si arrivasse ad avere un parco auto fatto per il 50% di veicoli elettrici o si avessero aeromobili più silenziosi.

Eppure il tema è di forte impatto per la salute: sempre l’Europa calcola che ogni anno sono 12mila le morti premature legate all’esposizione prolungata al rumore, 48mila i nuovi casi di cardiopatie ischemiche, 22 milioni le persone che soffrono di forte fastidio cronico e 6,5 milioni quelle con forti disturbi cronici del sonno.

Per quanto riguarda la Lombardia, il portale dell’Agenzia europea per l’ambiente dedicato al rumore riporta i dati di alcune città per quanto riguarda il numero di abitanti esposti all’inquinamento acustico da traffico.

In particolare, risulta che a Brescia siano 132.500 gli abitanti esposti giorno e notte a una media di 55 decibel o più provocati dal traffico stradale; a Bergamo si parla di 59.300 persone. Nelle due città ci sono rispettivamente 18.400 e 9.100 abitanti esposti a 55 decibel e oltre proveniente dalle ferrovie; per Brescia, il rumore derivante dal settore delle industrie coinvolge 2.900 persone.

Per quanto riguarda gli aeroporti, la rete di monitoraggio del rumore aeroportuale di Arpa Lombardia evidenzia come nel 2021 Orio al Serio e Linate hanno registrato una diminuzione dei valori di Lva (livello di valutazione), già diminuiti nel 2020, ancora a causa della pandemia che ha ridotto il traffico in particolare durante le settimane primaverili e invernali. Per l’aeroporto di Malpensa si è invece registrato un aumento dei valori, a causa del forte aumento del traffico a partire dal periodo estivo.

Nella molteplicità di fonti di rumore, le più evidenti sono quelle segnalate dai cittadini con esposti legati soprattutto ad attività produttive, commerciali o professionali.

Secondo gli ultimi dati Istat relativi al 2021, in Lombardia Mantova e Brescia sono le due città più critiche per numero di esposti su 100mila abitanti: Mantova è in testa con 32,9, Brescia al secondo posto con 20,3. In valore assoluto, tra le città lombarde è Milano ad avere il primato di esposti (216), seguita da Brescia con 40, Bergamo con 23, mentre a Como, Lecco e Sondrio si parla di poche unità di segnalazioni formalizzate ai Comuni.

Gli esposti sono però solo una punta dell’iceberg e si limitano a situazioni eclatanti. Dai controlli di Arpa è invece emerso che, nel 2021, in ben il 74% dei siti controllati è stato rilevato un superamento dei limiti di legge, il dato peggiore dal 2009 in Lombardia, con picchi soprattutto per manifestazioni sportive e attività commerciali.