Indagini sulla S.Michele Arcangelo. Il fondatore: attacco personale

Le Fiamme Gialle di Milano hanno sequestrato documenti nella sede della Fondazione S. Michele Arcangelo a Bergamo. Sono indagati per truffa, peculato e altre ipotesi di reato 12 persone, tra cui il fondatore Daniele Nembrini. Lui nega illeciti, ma si assume responsabilità se emergessero.

Indagini sulla S.Michele Arcangelo. Il fondatore: attacco personale

Indagini sulla S.Michele Arcangelo. Il fondatore: attacco personale

La documentazione che le Fiamme gialle di Milano hanno portato via mercoledì durante la perquisizione effettuata nella sede di via Previtali della Fondazione S. Michele Arcangelo è varia e corposa. In procura è stato aperto un fascicolo con le ipotesi di reato di truffa, peculato, turbativa d’asta, fatture false, infedeltà patrimoniale. Gli indagati sono 12 e tra loro ci sarebbe anche il fondatore di questa realtà, Daniele Nembrini, una segretaria e la responsabile di una scuola nell’orbita di questa società fondata 25 anni fa e che si occupa di formazione, educazione, lavoro e ricerca sostenibile. I pm Marchisio e la collega Marchina, più l’aggiunto Rota stanno lavorando per accertare e verificare se fondi pubblici regionali ricevuti dalla Fondazione per le attività di formazione siano stati interamente destinati a questo scopo o vi sia stato un surplus. E proprio Daniele Nembrini, patron della Fondazione San Michele Arcangelo, chiarisce più volte, con un video pubblicato sul canale Yotube della Fondazione, di ritenere che non siano stati commessi illeciti. Ma, qualora emergessero dalle indagini, "me ne assumerò totalmente la responsabilità. Non sono Schettino".

"Per me finanza e procura sono i buoni, i cattivi sono ben altri", dice il fondatore che rinnova la sua fiducia nei collaboratori coinvolti nella vicenda pur in modo marginale "perché è chiaro chi è l’uomo cattivo" e li invita a non aver paura. Cita quanto riferito dai giornali, che si tratta di una fase iniziale delle indagini avviate dopo alcune segnalazioni, e dice che "è evidente a tutti che c’è in atto un attacco personale a me e alla mia famiglia. E non da parte della procura o della finanza da cui, l’ho già dichiarato, mi sento tutelato", spiega Nembrini. Quanto alla ragione per cui si è arrivati a questo punto: "Non sono sceso a compromessi, non è la prima volta che si tenta un assalto alla San Michele".

Il perché dell’assalto? "Siamo diventati nostro malgrado una realtà grossa che muove tanti interessi e che genera inevitabilmente tanta invidia. È evidente a tutti che è in atto un attacco personale a me e alla mia famiglia non dalla procura e dalla finanza, ma da qualcuno che non mi ama particolarmente. Io non credo che abbiamo commesso degli illeciti, ma se emergessero piccoli o grandi illeciti nel nostro operato, sia ben chiaro che io me ne assumerò totalmente la responsabilità. Non sono Schettino, mi conoscente. Ribadisco la mia totale stima e fiducia e gratitudine a tutti i collaborato oggi coinvolti in questa situazione".

Francesco Donadoni