
Incastrato da una microcamera nel carcere di via Gleno. La stretta di mano con un detenuto albanese a cui aveva ceduto una bustina di mezzo grammo di cocaina: in quella ripresa c’è il motivo dell’arresto in flagranza – siamo a febbraio 2021 – dell’avvocato Gianni Ferriero (nella foto), 46 anni. Trevigliese con studio a Treviglio, un passato da viceprocuratore onorario. Ferriero è stato in carcere, ai domiciliari e attualmente è libero, l’interdittiva del divieto di esercizio della professione è scaduta il 22 giugno scorso, resta sospeso dall’Ordine. Il 14 febbraio comparirà davanti al gup Maria Luisa Mazzola. Oltre a Ferriero, gli altri indagati sono Arber Shabani, cittadino albanese, a cui proprio l’avvocato aveva ceduto la dose in carcere; Nicola Ranica, Saimir Qallija, albanese, e Kreshnik Shtini, altro albanese. Questi ultimi devono rispondere di cessione di droga. Una brutta pagina. Come quella che riguarda la Jaguar E Pace. Perquisendo l’auto e la casa di Ferriero, i finanzieri del Gico avevano hanno trovato altri 8 grammi di cocaina, una ottantina di grammi di marijuana e una ventina di grammi di hascisc. Inoltre, il 13 luglio del 2020 Ferriero aveva denunciato ai carabinieri la scomparsa del suv che utilizzava da tempo. Un furto, in apparenza. L’auto venne ritrovata carbonizzata, nella campagna di Treviglio. Ma sarebbe stato proprio lui – secondo il Gico – a chiedere a un suo contatto albanese di farla sparire. F.D.