Impennata di maltrattamenti con il lockdown

Le violenze in famiglia sono cresciute del 22%. "Un fenomeno di forte disagio, dovuto anche alle situazioni di convivenza forza"

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di Francesco Donadoni

I maltrattamenti in famiglia aumentati in modo preoccupante, i furti che sono calati, le richieste di sequestri preventivi relativi ai reati fiscali che hanno subito una impennata. In sintesi la fotografia della situazione della Bergamasca nel periodo che va dal 1° luglio 2020 al 30 giugno 2021 emersa durante l’inaugurazione del nuovo anno giudiziario. Colpiscono quelli sui maltrattamenti: i fascicoli in procura sono aumentati da 687 a 840, il 22,27% in più. Una "allarmante crescita", ha sottolineato il procuratore Antonio Chiappani nella relazione, che trova una preoccupante corrispondenza "nel numero raddoppiato delle negoziazioni assistite, passate da 137 del periodo precedente a 280 attuali. "Un fenomeno che segnala un forte disagio nelle famiglie", un assist per sociologi e psicologi. Il procuratore generale di Brescia, Guido Rispoli ha spiegato che, "può probabilmente individuarsi nelle tante situazioni di convivenza forzata provocate dalla pandemia". Sempre restando in tema, il dato sui reati da codice rosso e contro la libertà sessuale, quest’ultimi in leggera diminuzione (- 14,49%) passati da 158 a 138. Da segnalare anche l’aumento di procedimenti ai danni di soggetti deboli e di vittime vulnerabili in ambito domestico che esulano dal rapporto di coppia, fatti registrati nel periodo delle restrizioni della pandemia. Quanto ai reati fiscali, sono stati sequestrati 29 milioni di euro, un dato in linea con quello dello scorso anno giudiziario. Ma questo a fronte di richieste per oltre 278 milioni, di cui per oltre 134 milioni firmate dal giudice delle indagini preliminari.

I furti in casa, reato odioso per chi lo subisce, sono diminuiti del 30,16% passando da 995 a 695. Ma resta il problema di individuare i responsabili: solo 22 procedimenti sono a carico di noti. Diminuiti anche le pendenze del 5,77%, relativi ai modelli 21, passati da 15.821 a 14.648. Sono state 28.336 le notizia di reato contro 29.014 del periodo precedente. Un capitolo della relazione del procuratore Chiappani è dedicato alla pandemia (occorre ricordare che c’è una inchiesta per epidemia colposa). Indagine scaturita dopo la chiusura e immediata riapertura del Pronto soccorso dell’ospedale Pesenti Fenaroli di Alzano Lombardo il 23 febbraio del 2020.

L’indagine si è focalizzata sulla gestione dell’insorgenza e prima della diffusione del virus nella Bergamasca, la mancata assunzione di presidi, la zona rossa. La settimana scorsa è stata consegnata la relazione dal professore Andrea Crisanti, microbiologo dell’università di Padova, qui in veste di consulente della procura. Una cosa è emersa in modo netto: la tempestiva applicazione della zona rossa poteva salvare delle vite. Un range ipotizzato tra le 2mila e le 4mila vittime evitabili.