Gorle, alle medie scatta la linea dura. Nessun alunno andrà a casa solo

Genitori in rivolta, ma chi arriva in ritardo pagherà gli straordinari

Alunni a scuola

Alunni a scuola

Gorle ( Bergamo), 31 ottobre 2017 - Dopo le parole del ministro Valeria Fedeli e dopo l’ennesimo litigio tra alunni all’uscita dalla scuola media in via della Libertà, a Gorle, il dirigente scolastico dell’istituto alle porte di Bergamo, Cesare Emer Botti, ha detto «basta». Rifacendosi alla normativa che sancisce l’obbligo di ritirare i figli di età inferiore ai 14 anni all’uscita dalle lezioni, il preside ha inviato una circolare a tutte le famiglie, ribadendo il dovere di aspettare fuori dai cancelli i propri figli e annullando tutti i permessi di uscita in autonomia. Non solo: il preside ha anche comunicato che, in caso di ritardi dei genitori o delle persone da essi delegate, alle famiglie verrà chiesto di pagare il «lavoro straordinario effettuato dal personale per la vigilanza sui figli».

Il "giro di vite" avrebbe dovuto iniziare ieri, ma visto il caos che la decisone ha provocato, il preside ha fatto slittare tutto di una settimana. Le famiglie avranno così il tempo di attrezzarsi e organizzarsi, ma da lunedì 6 novembre gli alunni non potranno più tornarsene a casa da soli. E chiunque ritirerà il bambino al posto del genitore (nonni, parenti o baby sitter), dovrà avere con sè carta d’identità e delega. Ieri alle 13 erano comunque più del solito i padri e e le madri presenti all’uscita della scuola, e molti di loro erano decisamente contrariati. «Ritengo che se c’è una legge debba essere rispettata, ma non considero giuste la tempistica e la modalità con cui sono stati gestiti tali provvedimenti – sostiene una mamma, Laura Botti – Non è facile e serve del tempo per potersi organizzare». Per qualcuno non è solo una questione di organizzazione familiare: «Non metto in dubbio la buona fede del preside, ma sono convinta – sottolinea la signora Maria Pia Sorrentino – che un tale provvedimento non aiuti i nostri ragazzi a crescere. Chiediamo alla scuola di trovare, insieme a noi, una soluzione che tuteli entrambe le parti; per esempio scaglionando le uscite o mettendo a disposizione un servizio di scuolabus gratuito e un percorso didattico in autonomia».

Qualcuno, però, vede anche aspetti positivi: «La situazione tra i genitori è di subbuglio, ma devo ammettere che la circolare del preside mi ha responsabilizzato maggiormente», spiega Simone Scagnelli. Dal canto suo il preside Botti spiega: «Il nostro istituto ha tre accessi davanti e altrettanti sul retro, più un’area verde di 20 mila metri quadrati: una situazione impossibile da presidiare garantendo totale sicurezza. E il codice penale parla chiaro, specificando che per i minori di 14 anni è prevista una presunzione assoluta di incapacità. Se un docente lascia uscire da solo un suo studente delle medie, rischia di imbattersi in una denuncia per mancato controllo, e allo stesso modo se un genitore non si presenta davanti alla scuola, può imbattersi in una denuncia per abbandono di minore»