
La slot-mania non si placa
Bergamo, 25 luglio 2018 - "I ragazzi non amano sentir parlare di scommesse e azzardo, li infastidisci quando entri in un mondo che vorrebbero tener segreto. Ma questo è il segnale che la strada della sensibilizzazione è quella giusta". Simone Feder, psicologo della Casa del giovane di Pavia e coordinatore nazionale del Movimento No slot, ha incontrato, in questi mesi, gli studenti degli istituti bergamaschi Natta, Pesenti e Galli, per parlare con loro dei risultati di una maxi-indagine sulla ludopatia tra i giovani, nell’ambito del progetto ‘La posta in gioco’, promosso dal Comune di Bergamo.
I dati sono un campanello d’allarme. Alle superiori (coinvolti più di 11mila studenti di età media di 17 anni) risulta che il 58% dei giovani aveva già giocato d’azzardo, alle medie il 28% (quasi 3mila studenti di età media di 13 anni). In particolare, alle superiori c’è familiarità con il mondo delle scommesse (24%), slot (11%), lotterie istantanee (48,5%); queste ultime sono gettonate anche alle medie (22,4%). Il gioco online fa meno presa, perché i ragazzi preferiscono avere subito i soldi in mano. Buona parte della paghetta va in azzardo: il 15,5% degli studenti delle superiori spende settimanalmente soldi in azzardo, il 13,7% alle medie. "Dall’indagine – spiega Feder – è emersa una forte correlazione tra l’attitudine al gioco e la presenza in famiglia di giocatori abituali. I più vulnerabili? Sono i ragazzi che vivono con un solo genitore, in genere non con la mamma".
L’azzardo sembra ormai non avere età. Il 31,1% dei ragazzi intervistati ha giocato a lotterie istantanee prima dei 10 anni, il 23,6% addirittura con le slot. Le limitazioni alla diffusione delle slot servono ma non bastano. "E’ importante che ci siano dei freni – spiega Feder – e la legge regionale è fatta bene. La vera sfida, però, è la sensibilizzazione. I ragazzi che incontro nelle scuole inizialmente sono infastiditi da questi discorsi; poi però mi scrivono, perché sono preoccupati per i genitori o per gli amici". L’indagine di Bergamo è diventata un modello, replicato in tutta Italia. "Il questionario è stato implementato e sottoposto in molte altre scuole italiane. A settembre partiremo anche a Milano e Sassari. In generale, tutta l’esperienza bergamasca è stata raccontata nel libro ‘Selfie. Istantanee della generazione 2.0’, edito da San Paolo".