Freno alle baby gang. Territorio al setaccio. Milleseicento giovani identificati

Treviglio, controlli mirati dei carabinieri dopo rapine e risse

Freno alle baby gang. Territorio al setaccio. Milleseicento giovani identificati

Freno alle baby gang. Territorio al setaccio. Milleseicento giovani identificati

TREVIGLIO (Bergamo)

L’obiettivo è quello di contrastare il fenomeno delle baby gang che nella Bassa hanno creato allarme. Ecco allora che anche nel fine settimana i carabinieri della Compagnia di Treviglio hanno effettuato servizi di controllo mirati utilizzando pattuglie in borghese. Bilancio, un migliaio di giovani identificati, sequestrate alcune dosi di droga. Un passo indietro. La sera del 3 marzo, una domenica, proprio a Treviglio, in via Verga e in piazza Setti, erano state messe a segno due rapine e una terza tentata da parte di giovanissimi armati di coltello a danni di coetanei. Nei giorni seguenti la Compagnia dei carabinieri aveva risposto con un servizio ad alto impatto con oltre 300 minori identificati. Un’operazione di controllo che è stata ripetuta anche nei giorni scorsi. L’obiettivo dei militari coordinati dal maggiore Antonio Stanizzi è non solo di carattere preventivo dissuadendo i malintenzionati, ma anche di mappare il territorio per consentire, in caso di reati, un’efficace azione repressiva. Da lunedì 11 a lunedì 18 marzo sono stati identificati un migliaio di giovani, maggiorenni e minorenni, tra cui diversi gravati da precedenti specifici. Circa 400 sono stati controllati a Treviglio, nel centro storico, alla stazione ferroviaria e nei luoghi di aggregazione giovanile. Si è tratta di ragazzi residenti a Treviglio ma anche provenienti da fuori.

Altri 600 invece sono stati controllati nel resto del territorio della Bassa, paesi confinanti con Treviglio. La massima attenzione è stata la notte tra sabato 16 e domenica 17 quando sono stati identificati 250 giovani nella città di Treviglio, essenzialmente nelle aree interessate dalla movida e presso la stazione ferroviaria. Il servizio è stato reso possibile dall’impiego di diverse pattuglie a piedi o in auto supportate dalla "Stazione mobile". Sul campo anche militari in borghese. Francesco Donadoni