Mozzo (Bergamo) – Più di due mesi per i risultati dell’autopsia effettuata sul corpo senza vita del 31enne Gianluca Maffeis, morto il 29 giugno all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo dov’era stato ricoverato in coma farmacologico dopo una lite con il fratello Lorenzo, 26 anni, agli arresti domiciliari con l’accusa di omicidio volontario aggravato dal legame di parentela (a difenderlo gli avvocati Rosario e Francesco Coppola).
L’esame autoptico effettuato dal dottor Luca Tajana dell’università di Pavia doveva chiarire quale fosse la causa della morte. A quanto pare, Gianluca aveva le mani del fratello minore strette con forza attorno al collo. Secondo gli accertamenti, la vittima non sarebbe stato tecnicamente strangolato. La causa del decesso, piuttosto, potrebbe essere ricondotta alla forte pressione sul nervo vago compresso fino all’arresto cardiocircolatorio. Altro elemento da tenere in considerazione: Gianluca Maffeis non è mai stato sottoposto a esame tossicologico, ma dai risultati dell’autopsia non si può escludere che le particolari condizioni psicofisiche in cui versava il 31enne potrebbero essere state una concausa del decesso: Gianluca era solito assumere farmaci per alleviare un disagio psicologico.
La sera della tragedia, un sabato, i due fratelli erano andati in discoteca a Seriate. Gianluca si era messo a discutere con un’altra persona, forse per una ragazza. Il fratello Lorenzo lo avrebbe invitato a lasciar perdere. Arrivati a casa, a Mozzo, verso le 5, Gianluca sembrava diretto a letto, quando sarebbe tornato alla carica del fratello 26enne. È stato poi Lorenzo stesso a chiamare il 118, cercando di rianimarlo senza successo.