FRANCESCO DONADONI
Cronaca

Tangentopoli di Foppolo: "Mezzo milione per far passare il Pgt"

I testi confermano la presunta mazzetta alla prima udienza per il secondo filone della maxi inchiesta

Enrico Piccinelli, a sinistra davanti al Tribunale orobico, è imputato di corruzione

Bergamo - C’è stata o meno la presunta tangente per far approvare il Pgt di Foppolo? Una raccolta di soldi, 500mila euro, da spartire per dare il via libera all’iter che non venne approvato perché ritenuto non adeguato al territorio (era stato ipotizzato un aumento spropositato della volumetria). Una vicenda, secondo filone della maxi inchiesta sul fallimento della società Brembo Super Ski di Foppolo, che vede sul banco degli imputati Enrico Piccinelli, allora (2014) senatore di Forza Italia e assessore provinciale all’Urbanistica. Il trait d’union in grado di garantire la riuscita dell’operazione. L’accusa nei suoi confronti è di corruzione. Ieri la prima udienza in collegiale (presidente Bianca Maria Bianchi). Piccinelli è presente in aula. Abito blu, camicia azzurra, siede accanto a uno dei propri difensori, l’avvocato Mauro Angarano affiancato dal collega Gianluca Quadri. Primo teste, l’ex sindaco di Foppolo Giuseppe Berera (già condannato nel primo filone dell’inchiesta). Il pm Carmen Santoro non usa giri di parole quando chiede a Berera di raccontare come si sono svolti i fatti. Secondo l’ex sindaco di Foppolo, ad accennare alla possibilità di far passare il Pgt sarebbe stata Maria Cristina Boccolini (che ha patteggiato il altro procedimento), consulente aziendale in società con il fratello Fulvio, pure indagato.

"Lei mi ha parlato dei soldi, un milione, che servivano per l’approvazione del Pgt. È stata lei ad accennare a Piccinelli. A racimolare il denaro ci hanno pensato gli imprenditori del territorio interessati al progetto (Vistalli e soci). Come? Con la vendita di un interrato. I soldi li ho consegnati io alla Boccolini nel suo ufficio a Bergamo (di cui usufruiva anche l’ex senatore di Forza Italia per i propri appuntamenti da parlamentare). Quel giorno mi aveva accompagnato Santo Cattaneo (ex sindaco di Valleve, pure indagato). Lui è rimasto giù e io sono salito con la valigetta". Non così per Maria Cristina Boccolini, assistita dall’avvocato Benedetto Bonomo. Il suo racconto parte dal primo incontro con Berera. Un racconto dettagliato, scandito da date e riferimenti. "Berera si era rivolto a me e a mio fratello per una pratica di rimborso Iva che riguardava Brembo Ski". Incalza il pm: "Quando ha conosciuto Piccinelli?". "Ci legavano affinità politiche. Divideva con noi una parte dell’ufficio a Bergamo. È stato Berera a dirmi se potevo intercedere con Piccinelli in merito all’approvazione del Pgt".

Solo per vedere le carte l’ex senatore avrebbe chiesto 50mila euro che avrebbe spartito con i Boccolini. E si arriva alla presunta tangente, quei 500mila euro (che poi erano 480mila) da dividere tra lui e i Boccolini: 275mila euro a testa. Denaro che l’ex senatore ha sempre negato di aver intascato. "Lui era d’accordo – sostiene la consulente aziendale – e anche Berera. Da dove provenivano? A me Berera ha parlato di tal Martignon, che era un riferimento della Cir di De Benedetti, interessato allo sviluppo di Foppolo. Alla fine arrivarono 430mila euro, 50mila ci erano già stati anticipati, denaro contante di vario taglio. Piccinelli se li metteva in una busta". La teste ha poi accennato ai 300mila euro che avrebbero dovuto spartirsi con Berera, contante che i Boccolini hanno investito in Svizzera. "Perché lo abbiamo fatto? Perché eravamo in difficoltà economiche". Sul banco dei testi sono poi sfilati l’ex sindaco di Carona Mauro Arioli, un tecnico della Provincia che all’epoca si era interessata del Pgt che riguardava lo sviluppo di Foppolo. Prossima udienza in calendario il 7 ottobre.