Foppolo, accusato di aver ucciso un cane e di aver tentato di travolgere il padrone: automobilista condannato a 8 mesi

L’episodio risale al 4 febbraio 2018. Il pm aveva chiesto un anno, l’imputato si è sempre difeso: “Non ho visto né sentito nulla. Ho saputo dell'animale quando i carabinieri sono arrivati a casa mia”

Un esemplare di dobermann

Un esemplare di dobermann

Foppolo (Bergamo), 5 aprile 2024 – È stato condannato a 8 mesi con pena sospesa e non menzione l’ex maestro di sci 77enne, operaio, finito a processo perché accusato di uccisione di animale e tentate lesioni volontarie, episodio accaduto a Foppolo il 4 febbraio del 2018. Il pm aveva chiesto un anno. Il giudice Palermo ha riconosciuto alla parte civile un risarcimento provvisionale di 3mila euro.

Per l’accusa il pensionato quel giorno mentre tornava a casa a Foppolo, con l‘auto Daihatsu Terios avrebbe investito volontariamente il cucciolo femmina di un dobermann, di nome Eva, di quattro mesi, e cercato di travolgere il suo proprietario, un 39enne milanese di Inzago. Costituitosi parte civile con l’avvocato Guido Rota.

Il cane era scappato ai padroni ed era corso in strada, dove stava sopraggiungendo il fuoristrada con alla guida il 77enne. Era nato un primo diverbio tra l’automobilista e il proprietario del cane, poi l’imputato era ripartito verso casa investendo l’animale. Volontariamente, secondo l’accusa, inavvertitamente, per la difesa.

Andavo piano quando il cane è passato, non ho dovuto frenare - è la versione dell'imputato. Dopo che il proprietario l'ha recuperato sono tornati alla mia sinistra. Sono ripartito, con la neve e in salita non si può andare forte. Non ho visto né sentito nulla. Ho saputo dell'animale quando i carabinieri sono arrivati a casa mia. Ho detto a quel signore che il cane doveva tenerlo al guinzaglio", ha raccontato l’imputato in aula durante l’udienza. “Quando sono ripartito non ho visto nulla davanti a me, forse il cane mi è corso dietro e si è infilato sotto l’auto di lato”, ha proseguito. L’accusa ha ricordato che i testimoni avevano tutti confermato che l’auto del 77enne aveva puntato l’animale e il proprietario. 

Il giudice ha ritenuto valida la versione fornita dal padrone di Eva ed ha emesso la sentenza di condanna.