Finalmente al sicuro 126 bambini e ragazzi

Sono orfani o affidati dai genitori a un istituto per minori. Per sette giorni in un bunker. prima della fuga in treno e bus

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Nei loro sguardi si legge l’orrore per la guerra, per quello che, nonostante l’età giovanissima hanno già dovuto sopportare. La maggior parte di loro è stranita, gli occhi vagano intorno alla ricerca di una voce amica. Sono arrivati domenica notte nella Bergamasca, a Rota d’Imagna, i 126 bambini e ragazzi di Berdjans’k, città portuale dell’Ucraina sud-orientale, nel distretto di Zaporizzja sulla costa settentrionale del Mar d’Azov, a circa 80 chilometri a ovest di Mariupol, la maggior parte proveniente da un istituto per minori dove sono cresciuti perché orfani oppure affidati dai loro genitori.

Cento di loro sono ospitati a Rota d’Imagna, nelle stanze rinfrescate in fretta e furia all’hotel Posta. I più piccoli, una dozzina di bambini dai 5 ai 10 anni, invece, hanno trovato accoglienza nella Casa del pellegrino dell’Abbazia di Pontida, mentre altri 17 ragazzini sono a Bedulita, nelle ex scuole elementari. I giovanissimi profughi sono arrivati a bordo di due pullman da 57 posti dell’Autoservizi Macetti di Palosco e della Spolti di Covo.

"Stanno tutti bene – spiega Laura, un’accompagnatrice – ma ciò che hanno visto e sentito in queste settimane li ha molto provati. Siamo scappati all’improvviso, è stata molto dura".

I bambini e i ragazzi (23 hanno tra i 16 e i 17 anni) sono stati sette giorni in un bunker sotterraneo, tra le sirene dei bombardamenti. Poi sono partiti e hanno viaggiato in treno per quattro giorni, fino alla Polonia. Dovevano arrivare un giorno prima, invece, quando mancavano pochi chilometri al confine con la Polonia, il treno sul quale viaggiavano si è dovuto fermare parecchie ore di notte, durante i bombardamenti su Leopoli.

Una traversata, quella effettuata dai giovani profughi, da Est a Ovest, dal Mar D’Azov a Chelm in Polonia, dove hanno trovato ad attenderli i pullman partiti da Lublino sabato alle 7,45. Alle 11,30 la partenza alla volta della Bergamasca.

I mezzi hanno proceduto in convoglio, sul lunotto i fogli con su “Humanitarian mission for Ukraine“, “Transport of refuges“, le fiancate wrappate con i colori della bandiera ucraina e la frase Sos Ukraine - Humanitarian mission a caratteri cubitali. Soste ogni due ore, la tappa a Palosco, dove tutto è iniziato grazie all’interessamento di un vigile del fuoco in pensione e, finalmente, alle 18,35, l’arrivo a Roma d’Imagna, dove i giovanissimi profughi sono andati tutti insieme all’albergo Posta, prima di dividersi in tre gruppi e veder ripartire i più piccoli verso Pontida e altri a Bedulita.

Michele Andreucci