Branzi (Bergamo) – Potrebbe essere stato sopraffatto dal senso di colpa per via dell’incidente appena accaduto. Quando si è accorto che tra i feriti c’era anche la figlia 15enne della sua compagna, Eros Passera, 55 anni, originario di Valleve e residente a Foppolo, deve aver avuto un crollo psicologico. Non ha retto al trauma che poco prima aveva provocato, quando con la sua auto era andato a sbattere contro un muretto. Il suo corpo privo di vita è stato trovato questa mattina alle 7 vicino a una cascata, a Branzi, in Valle Brembana.
Triste epilogo di questa storia che va raccontata dall’inizio, nel tentativo di trovare una spiegazione, una logica che sorregga quel finale estremo. E per forza occorre partire dal principio. Va detto che tutto era stato catalogato come un incidente stradale. L’auto di notte che per qualche motivo sbanda, il conducente che perde il controllo: forse per la velocità, un colpo di sonno, il manto stradale viscido. Ipotesi, sta di fatto che il veicolo va schiantarsi contro un muretto. A bordo, oltre al conducente ci sono altre quattro persone, un 49enne e tre ragazzi di età compresa fra i 15 e i 16 anni: restano feriti.
In particolare una delle 15enni, la figlia della sua compagna, all’inizio appare grave. L’incidente (perché fino alla scoperta del corpo del 55enne, era ancora tale) nella notte, intorno alle 3, a Branzi. C’è la Ford Focus diretta a Foppolo e alla cui guida si trova Eros Passera. Nella località sciistica della Valle Brembana era molto conosciuto perché faceva il custode al condominio "Tre Cime”. Inoltre era stato anche consigliere comunale a Valleve e ancora prima aveva lavorato come operaio proprio nel comune di Foppolo. Non era sposato ma aveva una compagna.
Sta rientrando a casa dopo essere stato a San Simone a prendere i tre ragazzi a una serata di festa. Li stava riaccompagnando a casa. Giunta poco dopo il municipio, sempre secondo una ricostruzione fatta dai carabinieri della Compagnia di Zogno, la Ford Focus sbanda finendo la sua corsa contro il muro. Scatta l’allarme, sul posto la centrale operativa del 118 invia un paio di ambulanze e l’automedica per soccorrere i feriti che verranno portati all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo in codice giallo. Dopo lo schianto, sempre secondo la ricostruzione delle forze dell’ordine, il 55enne si allontana in stato di choc senza pensare di prestare soccorso ai feriti, in particolare alla figlia della sua compagna. Lo assale un senso di smarrimento, si sente in colpa per aver provocato l’incidente. La vista del sangue potrebbe averlo destabilizzato al punto da spingerlo lungo quel sentiero dove lo hanno trovato morto quattro ore dopo.