
Si vota domenica e lunedì Nessuno dei Comuni va alle urne per la scadenza naturale del mandato Si tratta di centri scossi da terremoti politici, questioni personali o di procedura
Dei 18 Comuni lombardi pronti alle elezioni amministrative del 25 e 26 maggio, tre sono bergamaschi: Calcinate, Canonica d’Adda e Castione della Presolana. Circa 11mila gli elettori attesi alle urne. Non ci sarà bisogno di alcun ballottaggio, visto che i comuni sono tutti sotto i 15mila abitanti. A Calcinate sono presenti tre liste: Calcinate più, Calcinate al Centro e Lorena Boni. La prima vede come principale candidato sindaco Angelo Orlando, vincitore delle ultime elezioni e decaduto a febbraio. Lo slogan scelto per la candidatura è una frase dell’attrice Audrey Hepburn: "La miseria più grande di certe persone è denigrare gli altri per elevare se stessi". La lista Calcinate al Centro, invece, sostiene come candidato sindaco Paola Taiocchi, che insieme alla lista ha inviato al dibattito pubblico gli altri due candidati. La terza lista, Lorena Boni - Controcorrente per Calcinate, sostiene appunto Lorena Boni.
A Canonica d’Adda sono presenti due liste: ColoriAMo Canonica e Canonica Civica. Candidata sindaco della prima è l’architetto Clara Previtali, già in corsa nel 2024 e in precedenza consigliere comunale di minoranza. Paolo Arcari, consulente fiscale, già assessore e consigliere comunale tra il 1995 e il 2009, è il candidato della lista Canonica Civica. A Castione della Presolana, l’unico Comune della Val Seriana chiamato ai seggi, la sfida sarà tra Comunità e Futuro e CambiAmo Castione. Il candidato primo cittadino di Comunità e Futuro è Leonardo La Rosa, che si pone come principale obiettivo di portare trasparenza, onestà e concretezza all’interno dell’amministrazione comunale. Guida invece la lista CambiAmo Castione Samantha Tagliaferri, geometra e da circa trent’anni responsabile del servizio urbanistica ed edilizia privata al Comune di Rovetta. I cittadini saranno chiamati alle urne a poco meno di un anno dal commissariamento, provocato dalle dimissioni in blocco della maggioranza comunale di Impegno Democratico, sostenuta da Lega e Forza Italia, a causa della diffusione di maldicenze e veleni soprattutto sulla figura del sindaco Angelo Migliorati.