Prostituta uccisa in hotel a Dalmine, il killer condannato a 20 anni

Fabrizio Vitali, ex operaio, sparò un colpo di pistola alla testa della donna

Fabrizio Vitali esce dalla caserma dei carabinieri

Fabrizio Vitali esce dalla caserma dei carabinieri

Dalmine (Bergamo), 215 gennaio 2019 - Fabrizio Vitali, ex operaio di 61 anni, è stato condannato a vent'anni di carcere per l'omicidio di Esther Onane Eghianruwa, una nigeriana di 37 anni uccisa il 20 gennaio scorso in un albergo di Dalmine con un colpo di pistola alla testa.

La pena, al netto dello sconto di un terzo per la scelta del rito abbreviato, è stata inflitta oggi a Bergamo. L'uomo, confessò subito l'omicidio e fu lui stesso a chiamare i soccorsi, chiedendo un intervento immediato perché c'era «una donna grave». Subito venne arrestato. Secondo la ricostruzione la vittima era una prostituta che Vitali frequentava da ormai svariati anni. Ma essendo rimasto senza lavoro, l'uomo, nelle settimane precedenti il delitto manifestò alla 37enne l'intenzione di chiudere il loro rapporto e, quindi, interrompere gli incontri in quanto non aveva più soldi. Una decisione che la donna non accolse positivamente. Da qui l'omicidio commesso da Vitali con una pistola regolarmente detenuta.

Ai magistrati Vitale aveva spiegato fin da subito di non voler uccidere la donna, ma di essersi presentato all'albergo con la sua pistola in una valigetta perché temeva un'eventuale reazione sconsiderata dell'amica, che più volte aveva minacciato - parole dell'imputato - di picchiarlo. I due dormirono insieme in una stanza dell'hotel Daina di Dalmine e, la mattina dopo, lui le puntò l'arma alla nuca e fece fuoco. Uno sparo che pare nessuno avesse sentito nell'albergo. "Non volevo ucciderla", aveva fin da subito raccontato ai carabinieri.