Covid: la strage in Valle Seriana era stata prevista

Uno studio redatto un anno fa e tenuto riservato dal Cts adesso è stato acquisito dal pool della Procura

Emergenza Covid

Emergenza Covid

Bergamo, 23 febbraio 2021 - L’autore è Stefano Merler, matematico applicato alla epidemiologia, ricercatore della Fondazione Bruno Kessler di Trento e consulente del Cts , che il 12 febbraio del 2020 aveva presentato al Comitato tecnico scientifico un suo studio con gli scenari sul Covid-19 in Italia, prevedendo fino a 60mila morti. Una stima che all’interno dello stesso Cts era sembrata esagerata e che invece è stata addirittura superata dal numero di vittime in Italia. Lo stesso Merler il 28 febbraio aveva inviato una mail alla Regione Lombardia in cui analizzava, con dati puntuali, i focolai di Codogno, Cremona e di Bergamo (nello specifico di Alzano Lombardo e Nembro, i paesi della media Valle Seriana dove si diffuse rapidamente il virus) mettendo in evidenza i pericoli dell’aumento di casi proprio in territorio bergamasco. E azzeccandoci anche in questo caso, perché nel giro di pochi giorni in valle sarebbe esploso il focolaio più devastante.

Il documento redatto da Merler, fino ad ora rimasto riservato, è stato acquisito dalla procura di Bergamo, che ha avviato un’ inchiesta per epidemia colposa. Dopo la notizia su quello studio Alberto Zoli, dirigente di Areu Lombardia che faceva parte del Cts, disse che non avrebbe potuto riferire alla Regione Lombardia quegli scenari, perché c’era un vincolo di riservatezza. La mail del 28 febbraio su Codogno, Cremona e Bergamo dimostra però che Merler mandò anche uno studio specifico sul rischio che i territori stavano correndo analizzando l’R0: a Bergamo 1.80 (0.85-3,17), Codogno 1,84 (1.33-2.38), Cremona 1.18 (054-2.14), Lombardia 2.1 (1.77-2.42). L’indice R0 in epidemiologia indica la potenziale trasmissibilità di una malattia infettiva non controllata. Per quanto riguarda l’inchiesta della procura di Bergamo (gli indagati a oggi sono cinque) si è focalizzata sul Piano pandemico nazionale che non è mai stato aggiornato e applicato. I magistrati per due volte sono stati a Roma a sentire l’ex premier Conte, il ministro della salute Speranza e alcuni rappresentanti del Cts.