
Hanno deciso di alzare la voce per proteggere le proprie attività. Sono i commercianti di Zingonia, nei confini di Ciserano, che hanno i negozi sul tratto di corso Europa - con 18mila mezzi al giorno, una delle strade più trafficate della Bergamasca -, da febbraio interessato da un cantiere per la riqualificazione della carreggiata. Lavori che si sarebbero dovuti concludere ieri. Invece basti dire che non è ancora concluso il primo lotto, che prevedeva una rotatoria all’intersezione con corso America, un’aiuola spartitraffico e nuovi parcheggi. Il secondo lotto, invece, che dovrà portare alla realizzazione di un’altra rotatoria all’intersezione con via Torino, non è nemmeno iniziato.
Il problema è che nel frattempo una corsia di corso Europa è chiusa al passaggio dei veicoli. E sono pochi coloro che si fermano negli esercizi commerciali del viale. "Corso Europa muore: non possiamo andare avanti così", il grido d’allarme dei commercianti.
"Se non ci fossero i dipendenti delle attività vicine che vengono a piedi a pranzare, avremmo già chiuso – spiega il titolare di un bar-ristorante della zona –. I clienti che si fermavano in auto, invece, li abbiamo persi e non si sa se riusciremo a recuperarli. L’attività del bar si è ridotta del 50% e quella del ristorante del 30%. Un disastro. Ma tasse e bollette noi le paghiamo".
Delle avvisaglie che la situazione del cantiere si stava complicando si erano avute dopo il 20 agosto, quando l’impresa subappaltatrice, dopo il periodo di vacanze, non si era ripresentata in corso Europa. Il Comune aveva intimato l’immediata ripresa dell’attività. Ripresa che, formalmente, ci sarebbe stata mercoledì scorso. "Noi, però – sostengono i commercianti – salvo un paio di operai, non abbiamo notato nessuna ripresa dell’attività".
Spiega il sindaco di Ciserano, Caterina Vitali (nella foto): "I lavori sono formalmente ricominciati, anche se anche noi ci aspettavamo che riprendessero con maggiore intensità. Siamo coscienti dei disagi del commercianti. Ora infatti l’obiettivo che abbiamo posto all’impresa è quello di liberare il prima possibile il cantiere dalle macerie, in modo che poi si possa asfaltare la strada e riaprirla al traffico".
Michele Andreucci