Coronavirus: dall’ozono arriva una speranza in più

Sì alla sperimentazione dall’Istituto superiore di sanità. L’inventore bergamasco: "Cura efficace"

Marianno Franzini, presidente della Società scientifica di ossigeno-ozono terapia

Marianno Franzini, presidente della Società scientifica di ossigeno-ozono terapia

Bergamo, 26 marzo 2020 - La nuova arma per combattere il coronavirus arriva dalla provincia più colpita. L’utilizzo dell’ozono aiuterebbe migliaia di malati a vincere la battaglia contro il virus. La terapia scoperta dal medico bergamasco Marianno Franzini, presidente della Società scientifica di ossigeno-ozono terapia (Sioot), ha ricevuto ieri il via libera dall’Istituto superiore di sanità. Si tratta di un metodo di cura già utilizzato con successo per la Sars nel 2002. Stando a quanto affermato dallo stesso Franzini l’ozono aiuterebbe a stimolare l’efficacia dei farmaci somministrati, migliorando quindi le possibilità di guarigione dei malati.

«L’ozonoterapia blocca la replicazione del virus nel caso di una virosi - spiega il professor Franzini -. Basta una prova di mezz’ora e vedremo che è efficace anche sul coronavirus, che non è un virus particolarmente aggressivo". Per utilizzare questa nuova tecnica bastano macchinari a basso costo, utilizzabili da più pazienti. Coinvolti nella produzione potrebbe essere poi una società bergamasca, la Multiossigen, con sede a Gorle, azienda leader nello studio e nella applicazione dell’ozono, che produce apparecchiature vendute in tutto il mondo. "Sono già una decina gli ospedali lombardi, piemontesi e dell’Emilia Romagna con cui siamo in contatto - spiega Franzini -. È una terapia che può portare risultati immediati e che libererebbe posti letto".