Coronavirus, Alpini: "Grazie a medici e tecnici russi impegnati a Bergamo"

Grazie a un ponte aereo con 14 grandi velivoli da trasporto dalla Russia sono giunti anche 150 ventilatori polmonari e dispositivi di protezione individuale

L'ospedale degli Alpini alla Fiera di Bergamo

L'ospedale degli Alpini alla Fiera di Bergamo

Bergamo, 5 aprile 2020 - Tra pochi giorni medici, infermieri e tecnici della Federazione Russa inizieranno a operare a fianco del personale dell'Ospedale Giovanni XXIII nell'ospedale da campo realizzato in tempi record dall'Associazione Nazionale Alpini nelle strutture della Fiera di Bergamo. "Arrivati in Italia il 22 marzo, anche dopo un contatto tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, i militari russi, con esperienza in situazioni di emergenza sanitaria - spiega in una nota Sebastiano Favero, presidente dell'Associazione Nazionale Alpini -, si sono subito messi al lavoro, in squadre composte con il personale militare italiano del 7° Reggimento NBC, avviando l'attivita' di sanificazione in 65 residenze per anziani (Rsa) bergamasche. Si tratta di un contingente ben strutturato, di 104 unita' (32 tra medici e infermieri, 51 bonificatori, personale di assistenza e interpreti) che opera in realta' indicate dalla Protezione civile in coordinamento con Regione e autorita' sanitarie lombarde".

"Grazie ad un ponte aereo con quattordici grandi velivoli da trasporto, atterrati a Pratica di Mare, dalla Russia sono giunti anche 150 ventilatori polmonari (in parte gia' donati all'ospedale Giovanni XXIII e a quello allestito nella Fiera di Milano), 330.000 mascherine, 1.000 tute protettive, 2 macchine per le analisi rapide di tamponi, 10.000 tamponi veloci, 100.000 tamponi normali, un laboratorio campale di analisi, 3 complessi per la sanificazione di mezzi e ambienti e 3 stazioni di sanitizzazione per ampie superfici - prosegue Favero -. L'Associazione Nazionale Alpini esprime perciò profonda gratitudine agli amici russi, che sono stati tra i primi ad accorrere in soccorso ai nostri territori, cosi' duramente colpiti dal propagarsi dell'infezione da Coronavirus. Le penne nere hanno stabilito da tempo rapporti di amicizia e solidarieta' con la gente russa, rapporti generati dalle sofferenze patite da entrambi i popoli in quella immane tragedia che fu la Seconda Guerra Mondiale. Vent'anni fa, l'Ana ha costruito con i suoi volontari un bellissimo asilo per i bambini della citta' di Rossosch, dove nel 1942 aveva sede il Comando del Corpo d'Armata alpino: questa struttura e' stata oggetto nel 2018 di un esteso intervento di manutenzione e miglioramento ad opera sempre degli alpini, che, contemporaneamente, hanno installato e regalato alla popolazione di Livenka (nei cui sobborghi c'e' il villaggio di Nikolajewka) un ponte, prefabbricato in Italia, sul fiume Valuij, chiamato 'Ponte dell'amicizia'".

"Nell'occasione e' stato anche siglato un 'Patto di fratellanza' di alto valore simbolico tra la popolazione della Provincia di Birjuc, nel cui territorio si trova Livenka, e la citta' di Brescia, che ogni anno, in occasione della commemorazione della battaglia di Nikolajewka, ospita una delegazione russa, unita agli alpini nel nome della pace. Grazie ancora, dunque, agli amici russi, impegnati con noi in un'opera che risponde a uno dei principi piu' saldi dell'Associazione Nazionale Alpini: onorare i morti aiutando i vivi", conclude Favero.