Emergenza Covid-19, camici bianchi con le stellette per sostituire medici di base assenti

In campo cinque dottori e 4 infermieri militari a Dalmine e in altri 4 comuni

Medici di base

Medici di base

Bergamo, 25 marzo 2020 -  L’epidemia da coronavirus che sta flagellando la Bergamasca, oltre ai camici bianchi che lavorano negli ospedali e nei presidi sanitari, non ha risparmiato neppure i medici di base. A causa del Covid 19 sono infatti 140 i dottori di famiglia assenti per malattia, di cui 40 non hanno trovato un sostituto a cui affidare i propri pazienti. Per questo in cinque abulatori - Trescore Balneario, Dalmine, Alzano Lombardo, Zogno e Albino - sono già in servizio cinque medici e quattro infermieri militari provenienti da esercito, marina, aeronautica e carabinieri. "Abbiamo bisogno di personale e questi medici e infermieri militari ci stanno dando una grossa mano - spiega Roberto Moretti, responsabile delle Cure primarie dell’Ats di Bergamo -. Non sono fissi: ogni mattina facciamo la conta degli assenti e possiamo anche decidere di spedirli dove serve, nell’ambito delle 27 postazioni di Continuità assistenziale che abbiamo in provincia. Siamo in attesa comunque di ulteriori rinforzi. A breve dovrebbe entrare in servizio un medico della Croce rossa di Verona e attendiamo i curriculum dalla Protezione civile della Regione al cui bando per 300 posti hanno risposto in 8mila, tra cui medici di 85 anni e medici dalla Russia e dall’America Latina".

Medici e infermieri militari dormono in albergo e fanno attività ambulatoriale dalle 14 alle 20. Due militari appartenenti alla Marina, un tenente di vascello e un maresciallo, sono in servizio alla Continuità assistenziale di Alzano Lombardo, uno dei Comuni bergamaschi dove si è sviluppato per primo il focolaio. Il tenente di vascello è specializzato in Medicina generale ed è in servizio da 18 anni. Ha partecipato all’operazione umanitaria Mare Nostrum, a Lampedusa, e alle missioni anti-pirateria nello Sri Lanka e in Somalia. Effettua 80 visite al giorno e i casi sospetti di coronavirus li segnala alla specifica unità operativa. L’allerta e la profilassi sono sempre alti, in questa particolare situazione c’è qualche campanello d’allarme in più. Paura del contagio? "Noi uomini in divisa - rivela il tenente di vascello - siamo pronti ad affrontare ogni situazione con serenità, serietà e con le dovute precauzioni". Il suo collega maresciallo, cui spetta il triage telefonico per capire la sintomatologia e classificare il caso, ha compreso in questi giorni che lo stato d’animo dei pazienti è di sofferenza e anche di grande preoccupazione. Per questo la presenza dei medici delle Forze Armate serve anche per fornire un segnale di vicinanza da parte dello Stato.