Per lui sono stati chiesti sette anni e sei mesi. È l’ex direttore del carcere di Bergamo, Antonio Porcino, finito a processo per falso, truffa, concussione, turbativa d’asta fino alla violenza sessuale. Una macchia dopo 33 anni trascorsi alla guida della casa circondariale di via Gleno. Porcino è il principale indagato di questa inchiesta (siamo nel 2018) condotta dal pm Marchisio e dalla collega Rota, e che ha visto arrivare davanti al gup Alessia Solombrino oltre all’ex direttore del carcere altre 16 posizioni sulle quali ieri si è discusso. Porcino ha scelto l’abbreviato e con lui altre sette persone. Per sei è stata chiesta l’assoluzione, per il settimo, l’imprenditore Mario Metalli, titolare dell’azienda di forniture di distributori automatici, un anno e 4 mesi. Secondo l’accusa avrebbe pagato tangenti a Porcino per oltre 21mila euro al fine di aggiudicarsi e non perdere nel corso degli anni l’appalto sulla fornitura al carcere di Monza e la gestione del bar del carcere di Bergamo. Per la figlia dell’imprenditore è stata chiesta l’assoluzione. Per due imputati che hanno chiesto di patteggiare, le due infermiere Adriana Cattaneo e Maria Gotti, sono stati chiesti 2 anni e 3 anni.F.D.
CronacaChiesti sette anni per Antonio Porcino l’ex direttore del carcere