FRANCESCO DONADONI
Cronaca

Caryl e l'omicidio del marito: allucinazioni e strane ossessioni. Perché era stata dimessa dalla psichiatria

Diego Rota, imprenditore edile di Martinengo, ucciso dalla moglie con una decina di coltellate. La figlia di cinque anni dormiva nell’altra stanza: affidata ai nonni

Caryl Menghetti con Diego Rota

Caryl Menghetti con Diego Rota

Martinengo (Bergamo), 26 gennaio 2024 –  “Una coppia come tante", raccontano i vicini. Famiglia silenziosa e discreta. Mai un litigio, una parola fuori posto. Lei, lui, una bimba di cinque anni e i nonni (i genitori di lei). Ma in questo confine delimitato e perfetto all’occhio esterno, l’apparenza talvolta trae in inganno e nasconde crepe, anche quelle della mente. Ed è quello che è successo giovedì sera è a Martinengo. Una "incrinatura" improvvisa si è aperta nei pensieri di Caryl Menghetti, 46 anni, originaria di Vercelli e proveniente da una famiglia di giostrai. Congetture ossessive, pare anche nei confronti del marito, hanno preso il sopravvento sulla ragione, sul sentimento. Un malessere oscuro, allucinazioni: il risultato di questo mix è stato un’esplosione di violenza inaudita.

Sono le 23,30, villetta di via Cascina Lombarda, strada a fondo chiuso, zona periferica e residenziale di Martinengo, Bassa Bergamasca. Caryl afferra un coltello da cucina e raggiunge il marito, Diego Rota, 56 anni, imprenditore edile, nella camera da letto e lo uccide con diversi fendenti al corpo e alla gola, forse una decina. Solo l’autopsia potrà stabilire il numero esatto dei colpi inferti con ferocia. La loro figlia non sente e non vede nulla, continua a dormire sonni tranquilli e sereni nella sua cameretta.

«Una tragedia", l’ha definita la madre di Caryl, sulla soglia del cancello di casa, senza rilasciare ulteriori dichiarazioni. Il quadro della famiglia perfetta distrutto in un amen, tra le chiazze di sangue. L’arma del delitto è stata individuata e sequestrata dai carabinieri della Compagnia di Treviglio e dai colleghi del Reparto investigativo di Bergamo, coordinati dal pm Laura Cocucci, giunti sul posto dopo la chiamata di pronto intervento al 112. Secondo la prima ricostruzione nella coppia non c’erano criticità.

Al momento non sono emersi elementi che possano ricondurre l’omicidio a pregressi episodi di maltrattamenti. Vero che Caryl Menghetti nell’ultimo periodo aveva vissuto alcuni problemi lavorativi e personali che avevano inciso in modo assai rilevante sul suo stato emotivo. Fino a qualche anno fa aveva gestito con i genitori un piccolo spazio giochi all’interno del Parco Suardi, a Bergamo città. Uno spazio chiamato "Dolcetto e scherzetto" dedicato ai bambini piccoli. Vendevano anche zucchero filato. Menghetti gestiva anche un piccolo centro estetico a Romano di Lombardia, in via Isonzo. Ma ultimamente aveva preso le distanze dal lavoro per via del suo disagio.

Da tempo pare che soffrisse di problemi psichiatrici, ma non risulta che fosse in cura presso alcun Cps (Centro psico-sociale). Giovedì mattina aveva cominciato a manifestare ancora dei disturbi, pare allucinazioni. Un segnale premonitore? Per questo il marito Diego, titolare di una ditta specializzata nella riparazione e creazione di mobili su misura, aveva deciso di accompagnarla nel reparto di Psichiatria dell’ospedale di Treviglio, dove la donna era stata visitata e poi dimessa con le indicazioni di seguire una terapia farmacologica. Sul caso specifico l’ospedale della città della Bassa preferisce non rilasciare dichiarazioni.

Quando giovedì in tarda serata nella villetta unifamiliare arrivano i carabinieri, la donna è scossa. Dopo essere stata sentita viene condotta in carcere a Bergamo per omicidio volontario. La figlia di 5 anni è stata affidata ai familiari su disposizione della procura dei minori di Brescia.

Poche parole dai vicini, profondamente scossi. "Non li conoscevo personalmente, ma mi sembravano persone assolutamente tranquille, silenziose – racconta una ragazza –. Quando sono tornata a casa stanotte ho visto l’ambulanza e i carabinieri. Mai e poi mai mi sarei aspettata un epilogo del genere. Non avevo mai notato nulla di strano". "Stavo andando dalla madre di Caryl a chiedere cosa fosse successo nella loro via – confida una donna, che in passato dice di avere svolto dei mestieri in casa della famiglia –. Quando ho saputo non potevo crederci. Siamo rimasti senza parole". Il sindaco di Martinengo, Mario Seghezzi: "Non li conosco, anche se abitano qui dal 2012. Ma non frequentano la comunità. Certo è che la notizia ha scosso il paese".