
Attualmente i volontari sono 350 in tutta Italia con altrettanti labrador, terranova o golden retriever in servizio
Bergamo, 23 agosto 2017 - Tre cani “bagnini” - Mya, Geronimo e Tommy - attorno alle 16.15 del 20 agosto si sono tuffati dalla spiaggia di Ostia e hanno tratto in salvo due bagnanti filippini in balia del mare mosso. Qualche giorno prima a Palinuro, in Campania, il labrador Lux è riuscito a riportare a riva una bambina di 8 anni, scongiurando una tragedia nella località turistica. Nel report di un’estate di interventi record anche il salvataggio di un giovane di 27 anni a Soverato, in Calabria, e tanti altri tuffi dei quattrozampe pronti a intervenire in situazioni di pericolo nel mare, nei laghi e lungo corsi d’acqua. Le radici della Scuola Italiana Cani Salvataggio (Sics), che conta oltre 350 volontari con altrettanti cani addestrati e centri in tutta Italia, affondano a Seriate, nella Bergamasca.
Trent’anni fa Ferruccio Pilenga, appassionato di animali, decise di addestrare il suo terranova Mas al salvataggio nautico, e di dare vita a un progetto basato sul volontariato per «portare le unità cinofile sulle spiagge e garantire la sicurezza dei bagnanti». Con il tempo il progetto è cresciuto e, ora, una squadra andrà a Boston per tenere un corso nella città statunitense dopo analoghe iniziative in Svizzera e Germania. Nella sede operativa all’Idroscalo di Milano (in Lombardia l’altra scuola è sul lago d’Iseo) e negli altri centri in Italia vengono addestrati cani, principalmente terranova, labrador e golden retriever, in grado di lanciarsi da un elicottero, di aiutare il padrone nella rianimazione in acqua, di nuotare per chilometri senza fermarsi e di trainare da soli un battello con a bordo fino a 30 persone. «Un solo cane è in grado di portare in salvo fino a sei persone con un solo viaggio, sfruttando la corrente per fare meno fatica», spiega Ferruccio Pilenga, che ha anche raccontato la sua esperienza in un libro “Io sono Mas - Le avventure di un cane salvatutti”.
«L’addestramento parte quando il cane è ancora un cucciolo - prosegue - all’inizio con giochi, e poi con prove a terra e in acque che si fanno via via sempre più difficili. È fondamentale il rapporto di simbiosi e la sinergia con il padrone, al quale il cane deve ubbidire ciecamente in quanto in gioco c’è la vita umana. I cani esperti, inoltre, fanno da esempio per le “nuove reclute”, insegnano a non aver paura dell’acqua e del pericolo». I cani da salvataggio sono approdati anche negli ospedali della provincia di Bergamo, con funzione di pet-therapy per bimbi ricoverati e malati terminali. Per formare le squadre vengono scelti esemplari di un peso superiore a trenta chili, di tutte le razze, purché abbiano spiccate doti di acquaticità. Oltre a terranova, labrador e golden retriever ci sono anche casi, più rari, di pittbull o dobermann da salvataggio.
Per i volontari, in possesso del brevetto che si ottiene dopo aver frequentato il corso, il massimo impegno coincide con la stagione estiva, quando affiancano i bagnini nella vigilanza sulle spiagge. E, in diversi casi, il loro intervento ha evitato che una vacanza finisse in tragedia. Lo scorso 9 luglio il terranova Oliver ha salvato a Caorle, in Veneto, due turisti che si sono spinti al largo e non riuscivano più a rientrare. Il 29 giugno i cani “bagnini” hanno soccorso un 15enne in pericolo in una giornata di forte vento e mare mosso sul litorale laziale. Risultati frutto di un lungo lavoro per diffondere «l’arte dell’addestramento», che ha mosso i primi passi, trent’anni fa su laghi e corsi d’acqua lombardi. «Ogni salvataggio effettuato dai cani della nostra scuola ci riempie di gioia - conclude Pilenga - è una grande soddisfazione».