Caffaro, altro schiaffo all’ambiente Con i licenziamenti nuovi veleni

Brescia, troppo cara la gestione della barriera idraulica per evitare contatti della falda con i terreni contaminati

di Federica Pacella

L’ultimatum di Caffaro Brescia, pronta a licenziare gli ultimi dipendenti e a dismettere l’ordinaria attività di emungimento della falda, fa paura. Perché insieme all’aspetto occupazionale c’è il rischio che scoppi la bomba ecologica del Sin bresciano. La società, che non è responsabile dell’inquinamento storico del Sin (Sito di interesse nazionale), ha ormai interrotto la produzione a Brescia ma è nel sito industriale per la dismissione degli impianti e per l’adeguamento della barriera idraulica in base ad un accordo con la Procura di Brescia. Mercoledì l’azienda ha però comunicato ai sindacati di voler licenziare tutto il personale (9 lavoratori) perché sarebbe in difficoltà nel sostenere gli oneri relativi all’attività ordinaria (gestione barriera, presidio e sicurezza del sito) oltre alle altre attività in essere. L’azienda aveva già segnalato la situazione agli enti preposti il 22 febbraio, prima che il 7 marzo scadesse il contratto di affitto con Caffaro srl (il nuovo liquidatore, sollecitato dal Ministero, ha però poi autorizzato Caffaro Brescia a restare in via Milano), ma non sarebbero arrivate risposte soddisfacenti. In stato di agitazione i lavoratori, che, tramite Filctem Cgil Brescia e Femca Csl Brescia, hanno chiesto un incontro con il Ministero e il commissario e lo stop ai licenziamenti all’azienda. Ma la questione non è solo sindacale, bensì ambientale. In attesa della bonifica, slittata perché non sono pervenute offerte valide, l’emungimento di 10 miliardi di litri d’acqua all’anno è l’unica soluzione per evitare che la falda incroci il terreno impregnato di Pcb, diossine, metalli pesanti.

Il tema è sul tavolo da sempre: se Caffaro Brescia licenzia tutti, chi se ne occupa? La risposta, ora, è urgente, perché ieri l’azienda ha anche scritto al Ministero di non ritenere un suo onere la continuazione della gestione della barriera, dopo la scadenza del contratto di affitto del 7 marzo. "Si tratta di una situazione oggettivamente impegnativa – commenta il commissario straordinario Mario Nova – il Ministero se ne sta occupando. Anche da parte mia, c’è stata una sollecitazione sia per Caffaro Brescia a garantire l’espletamento dei compiti assunti sia per valutare possibili alternative, se persiste l’indisponibilità dell’azienda". Il passaggio di ‘consegna’ richiede tempi lunghi, risorse e competenze. "La manifestazione di indisponibilità è notizia di poche ore fa (ieri, ndr), il Ministero la contesta. La gestione della barriera non può essere sospesa".