
Massimo Bossetti (Olycom)
Bergamo, 2 settembre 2016 - «Sono andato a trovarlo in carcere un paio di settimane fa e finalmente ho ritrovato la persona che ho sempre conosciuto, determinato e deciso a voler dimostrare la propria innocenza, la propria estraneità nel delitto di Yara». Così l’avvocato Claudio Salvagni, che con il collega Paolo Camporini difende Massimo Giuseppe Bossetti, il carpentiere 45enne di Mapello, condannato l’1 luglio scorso all’ergastolo per il delitto della ginnasta 13enne di Brembate Sopra, descrive il suo assistito, che è rinchiuso nella casa circondariale di via Gleno, a Bergamo.
La condanna al carcere a vita per l’omicidio di Yara Gambirasio, aggravato da crudeltà e sevizie e dalla circostanza di aver agito, lui adulto, su una ragazzina in un luogo solitario, in ore notturne (il campo di via Bedeschi, a Chignolo d’Isola), in un primo momento ha abbattutto Bossetti, che ha sempre gridato la sua innocenza. Dopo un periodo iniziale di grande scoramento, però, il carpentiere bergamasco, stando alle parole del suo difensore, è tornato combattivo, come è sempre stato fin dal giorno del suo arresto, avvenuto il 16 giugno del 2014.
«La batosta della condanna all’ergastolo – spiega l’avvocato Salvagni – è stata pesante, dura da accettare. Ma dopo alcune settimane con il morale a pezzi, Bossetti ora è tornato quello di prima: sereno e tranquillo, perché consapevole di essere innocente e di non avere nulla a che fare con un delitto così atroce e grave. Ogni settimana riceve la visita della moglie, Marita Comi, che spesso è in compagnia dei figli e che non ha mai creduto alle accuse mosse dal pm Letizia Ruggeri. E questo lo aiuta ad andare avanti. Come avevamo annunciato io e il mio collega Camporini, ricorreremo in Appello. Stiamo solo aspettando le motivazioni della sentenza della presidente della Corte d’Assise di Bergamo, Antonella Bertoja, e poi entremo in azione. Sperando che non accada come per il caso di Sarah Scazzi, ad Avetrana, per il quale le motivazioni sono arrivate 13 mesi dopo la sentenza».
«Non è possibile, è allucinante– aveva dichiarato Bossetti alla lettura della sentenza –. È una mazzata grossissima, ero fiducioso perché so di essere innocente. Non mi hanno creduto. Lo dimostrerò per i miei figli. Il killer è ancora libero». <WC>«<WC1>Si va in Appello – conclude l’avvocato Salvagni –. Noi non molliamo e siamo pronti a dare battaglia».