FRANCESCO DONADONI
Cronaca

Mattia e Alice, soffocati dalla mamma Monia Bortolotti? Nuova perizia sulla morte del bimbo

I giudici chiedono allo specialista, fra l'altro, un approfondimento sul tracciato cardiaco del piccolo che era stato già ricoverato al Papa Giovanni XXIII per una “apnea durante una poppata”

La casa di Pedrengo dove abitava Monia Bortolotti, mamma di Alice e Mattia, accusata di aver ucciso i suoi bambini perché non reggeva al loro pianto prolungato

La casa di Pedrengo dove abitava Monia Bortolotti, mamma di Alice e Mattia, accusata di aver ucciso i suoi bambini perché non reggeva al loro pianto prolungato

Pedrengo, 13 maggio 2025 – Una perizia per chiarire come è morto Mattia Zorzi, la mattina del 25 ottobre del 2022 a soli due mesi. L’autopsia, eseguita dalla dottoressa Yao Chen (consulente del pm Esposito), aveva stabilito che il bimbo sarebbe morto soffocato per una compressione al torace.

Alla luce di quel tragico episodio, venne riesumato il corpicino della sorellina Alice, morta il 15 novembre 2021 a soli quattro mesi. Ma su di lei l’esame (eseguito sempre dalla Chen) non ha potuto fornire dati certi. A processo Monia Bortolotti (difesa dall’avvocato Bosisio), 28 anni, la mamma di Alice e Mattia, accusata di averli uccisi perché non reggeva al loro pianto prolungato.

La Corte d’assise (presidente Ingrascì, a latere il collega Guadagnino) per aver un quadro più approfondito e prima di affrontare il tema della capacità di intendere e volere della Bortolotti (ieri assente in aula, si trova nella Rems di Castiglione delle Stiviere) ha deciso di affidare una perizia a Paolo Silvani, anestesista rianimatore pediatrico al San Raffaele di Milano. A lui i giudici hanno posto quesiti ben precisi.

A sinistra, Monia Bortolotti. A destra, Alice e il piccolo Mattia
A sinistra, Monia Bortolotti. A destra, Alice e il piccolo Mattia

Tra cui spiegare il tracciato cardiaco, in particolare gli "eventi pausa” registrati la mattina del 25 ottobre tra le 8.57 e le 9.13 dal loop recorder sottocutaneo impiantato nel bimbo; la compatibilità tra la causa della morte indicata dalla Chen (la compressione del torace del bimbo che avrebbe provocato l’asfissia) e la bradicardia registrata tra le 8.30 e le 8.57; la tipologia di compressione necessaria per produrre quel tipo di tracciato cardiaco; le fasi dell’asfissia meccanica acuta in un neonato di due mesi. Il perito si è preso venti giorni di tempo e relazionerà nell’udienza del 27 giugno.

Ieri è stato sentito come testimone il medico anestetista-rianimatore Areu dell’Asst Papa Giovanni XXIII: il dottor Nacoti la mattina del 25 ottobre 2022 intervenne per soccorrere Mattia nell’abitazione di Pedrengo. La Corte ha fatto ascoltare la telefonata (registrata dalla centrale 118 Areu) che il dottore fece subito dopo aver constatato il decesso del bimbo alla collega del reparto di Patologia neonatale del Papa Giovanni XXIII, dove Mattia era stato ricoverato dal 14 settembre al 17 ottobre. "Quando arrivai il bimbo era cianotico e in arresto cardiaco. I soccorritori stavano già facendo il massaggio cardiaco. Mi avevano detto che quando erano arrivati nell’abitazione di Pedrengo le manovre di rianimazioni non erano in corso”.

La mamma di Mattia era seduta sul divano e piangeva. "Siamo intervenuti per un bimbo seguito anche da voi (spiega il dottor Nacoti durante la telefonata) purtroppo deceduto in una famiglia dove già un figlio è morto”. Alla notizia, la collega della Patologia replica sconvolta: “Abbiamo fatto esami, risonanza, l’abbiamo rivoltato come un calzino (si riferisce a Mattia durante il ricovero al Papa Giovanni XXIII), ma non abbiamo trovato nulla”.