Biciclette color bianco Per fermare la mattanza

Intanto non è ancora stata chiarita la dinamica del sinistro di un mese fa Daniele Marchi era stato ucciso da un’automobile in viale Resistenza

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Non è ancora stata chiarita la dinamica dell’incidente che un mese fa ha causato la morte di Daniele Marchi, il ciclista ucciso da un’auto mentre andava al lavoro. Gli esperti stanno esaminando i filmati e i mezzi coinvolti nel sinistro che si è verificato in viale Resistenza e presto ricostruiranno quanto accaduto quella mattina del 23 gennaio. Nell’attesa di far luce sulle cause del decesso del docente di 49 anni, le associazioni di ciclisti si sono mobilitate per mettere la parola fine a quella che definiscono una strage infinita. La ricordano le biciclette bianche che vengono posizionate nei punti in cui un ciclista è morto. "Basta!" hanno scritto Fiab e Il sellino spiritato su uno striscione portato in corteo e posizionato sotto il municipio per chiedere un giro di vite nei confronti degli automobilisti con il piede troppo pesante e una nuova mobilità che permetta a pedoni e ciclisti di spostarsi senza rischiare la vita. Per dimostrare che in città non vengono rispettati i limiti, gli attivisti di Fiab e de Il sellino spiritato si sono dedicati al monitoraggio civico della velocità. Nessun intento sanzionatorio, soltanto una rilevazione per dimostrare che la "zona 30" istituita in alcune strade è soltanto sulla carta. Il controllo che si è concentrato su via Riviera e viale Matteotti, infatti, ha messo in luce come diversi automobilisti procedessero a più di 70 chilometri orari. "La velocità uccide - ha detto il presidente de Il sellino spiritato Cosimo Lacava -. Gli automobilisti non rispettano i limiti, talvolta superano le biciclette rischiando anche di far cadere il ciclista per poi fermarsi al semaforo".

Strade larghe senza restringimenti o rotonde favoriscono la velocità e così c’è chi sfiora gli 80 chilometri orari dove il limite è di 50. Inoltre a complicare la vita dei ciclisti c’è la sosta selvaggia e sui marciapiedi come avviene in via Brichetti o in via Riviera. "Almeno tre amministrazioni hanno fallito nel risolvere il problema di un parcheggio che non è consentito, è una consuetudine - ha aggiunto Lacava -. Ma quella consuetudine lede gravemente il diritto alla mobilità e alla sicurezza di tutte le altre persone che ogni giorno devono fare i salti mortali per entrare in stazione o non riescono a passare e sono costretti a spostarsi sulla strada". Di questo e anche di altri problemi che riguardano la mobilità dolce si parlerà domani in un Consiglio comunale aperto, il secondo monotematico sul tema durante questa amministrazione. "Sarà molto importante far sentire alla politica che l’argomento è sentito dalla cittadinanza e che ci aspettiamo risposte e fatti, in tempi brevi" ha ricordato Lacava. Intanto ieri in provincia è stata una giornata nera per pedoni e ciclisti protagonisti di diversi investimenti per fortuna nessuno mortale. Man.Mar.