
L'esplosione sull'A14 a Bologna
Bergamo, 8 agosto 2018 - C'erano anche i vigili del fuoco del comando provinciale di Bergamo, l’altro ieri a Bologna, tra le decine di pompieri arrivati da tutta Italia in seguito al terribile incidente sul raccordo della A14, contraddistinto dall’esplosione di un’autocisterna che trasportava materiale infiammabile.
La deflagrazione ha causato il collasso di una parte del viadotto, numerosi danni agli edifici circostanti e purtroppo, cosa ben più grave, un morto (molto probabilmente il conducente dell’autocisterna) e 145 feriti. I vigili del fuoco bergamaschi, in totale 14, hanno avuto un ruolo di rilievo perchè alcuni di loro hanno fatto parte della speciale unità denominata Usar (Urban search and rescue), specializzata nelle ricerche di persone sotto le macerie, della Lombardia che è stata l’unica che haa avuto accesso alla zona rossa, quella corrispondente al punto in cui il ponte è collassato, per eseguire i rilievi insieme alla polizia scientifica. Le operazioni sono state coordinate dall’ingegner Antonio Dusi, che è in forza proprio al comando provinciale di Bergamo insieme al geometra Carlo Cardinali del comando di Milano. Della squadra ha fatto parte anche un altro vigile del fuoco di Bergamo, l’ingegner Claudio Di Maio. «La scena mi ha ricordato quella di Viareggio – dice l’ingegner Di Maio – tanto che all’inizia ci siamo mossi proprio come facemmo in quella circostanza: come prima cosa quindi, grazie a dei particolari strumenti, abbiamo controllato se non c’era il pericolo di altre esplosioni. L’esito fortunatamente è stato negativo.
Questa operazione è stata fondamentale per poter proseguire con i rilievi, che avevano due obiettivi principali: quello di rintracciare ferite o vittime – spiega ancora Di Maio – intrappolati sotto le macerie del ponte e quello di rilevare qualsiasi cosa possa essere utile a ricostruire la causa dell’incidente». L’Usar della Lombardia, quindi, insieme agli agenti della scientifica ha battuto centimetro per centimetro la zona dell’incidente alla ricerca di tracce di qualsiasi genere. «Come prima cosa abbiamo appurato che sotto il ponte non c’erano vittime o persone ferite – riprende Di Maio – poi abbiamo proceduto con la bonifica dell’area. Le cause dell’incidente? Dopo i rilievi effettuati anche grazie al nostro supporto le ipotesi sono tutte aperte: malore del conducente, distrazione e guasto meccanico».