FULVIO D’ERI
Cronaca

Antonioli il ’’vecchietto’’ dello sci alpinismo azzurro: "I giovani? Non li temo"

A 33 anni, e con quattro Coppe del Mondo in bacheca, il valtellinese non molla

Robert Antonioli archivia una prima parte di stagione in parte sottotono e punta a ritornare grande protagonista nel finale di Coppa del Mondo e nelle grandi classiche.

Il ’’Robertaccio della Valfurva’’, fuoriclasse assoluto dello skialp con le sue Coppe generali in saccoccia oltre a 6 ’’coppette’’ e a tantissime vittorie nelle gare classiche, è il capitano della nazionale azzurra (insieme al bosaggino Michele Boscacci) e suona, in primis, la carica per riuscire a scuotere una squadra maschile ancora a secco di vittorie e di podi.

Antonioli è dura contro tutti questi giovani...

"Quest’anno siamo un po’ a corto di piazzamenti sul podio a livello maschile – dice Robert Antonioli -, è un’annata fin qui difficile ma nel finale proveremo a riprendere il filo. Gli atleti forti li abbiamo… A livello femminile, Alba De Silvestro sta andando fortissimo e Giulia Murada è in ripresa".

La stagione è iniziata malissimo, con uno stop forzato. Cosa è successo?

"A dire il vero, la fase di preparazione prestagionale è andata alla grandissima, sono riuscito ad allenarmi a dovere. Purtroppo ad inizio stagione ho beccato il Covid che ha maledettamente complicato le cose. A novembre, subito dopo essermi ristabilito, ho gareggiato in Coppa del Mondo ma mi sono sentito stanchissimo… tanto che ho dovuto prendermi un periodo di stop per riprendermi appieno. E questo vuol dire riprendere la preparazione…".

Dopo alcune prove un po’ così, nelle quali ha dovuto ritrovare la condizione, Robert è tornato su buonissimi livelli centrando buoni piazzamenti in Coppa e agli Europei dove nella Individual è stato il miglior azzurro.

Soddisfatto degli Europei?

"Sì. Il 10° posto di Campopedrosa (Andorra) mi ridà fiducia, così come il 6° posto ottenuto nella gara Individual agli europei di Chamonix. C’è la sensazione che, pian piano, la condizione stia arrivando. Manca poco, lo sento, spero di riuscire ad aumentare la mia condizione in vista della seconda parte della stagione. Purtroppo quel ’’Covid’’ all’inizio non ci voleva proprio, ma è inutile guardare indietro, voglio concentrarmi sulle prossime gare".

Quali sono gli obiettivi? "Innanzitutto, voglio continuare a migliorare la mia condizione perché di gare ce ne sono ancora tante. Voglio fare bene soprattutto nelle gare Individual di Coppa del Mondo, a cominciare da quelle di inizio febbraio in Svizzera per proseguire poi con le gare di casa in Val Martello a fine febbraio. Mi piacerebbe essere nella top 10 di CDM, anche nella generale, e giocarmi le mie chance. E poi il gran finale a Cortina".

Lo sci alpinismo, un po’ come il ciclismo, vive anche sulle ’’classiche’’ le gare che hanno fatto la storia di questo sport...

"Sì è verissimo. Ci sono anche le classiche alle quali tengo molto, dalla Grande Course al Pierra Menta e al Tour de Rotour e, a fine aprile, la Patrouille des Glaciers a Zermatt Verbier il 20 aprile valida anche quale prova unica di Campionato del Mondo lunghe distanze. E lì proverò a difendere il titolo a squadre conquistato un anno fa con Eydallin".

Il ’’Robertaccio’’ della Valfurva, uno dei veterani della specialità (è nato nel 1990) che debutterà alle Olimpiadi proprio tra due anni a Milano Cortina 2026, non molla la presa, rilancia e dall’alto della sua classe vuol ritornare in alto. Molto in alto.