
I soccorsi
Bergamo, 10 ottobre 2019 - Ha parlato per la prima volta dopo il tragico incidente in cui hanno perso la vita il papà, Stefano Mecca, 51 anni, commercialista, e la sorella, Marzia, di 15 anni, di Gazzaniga. Lei, Chiara, la sorella maggiore, 18 anni, quel maledetto sabato di 21 settembre era sul velivolo da turismo, un Mooney M 20 T pilotato dal padre, vicepresidente dell’Aero club di Bergamo, con Marzia, e la gemella, Silvia. Lo schianto a Orio al Serio, poco dopo il decollo. La destinazione era Venezia. Chiara e Silvia sono le sopravvissute. Entrambe si trovano ancora ricoverate al Niguarda di Milano. E lì che martedì Chiara, rinfrancata dalla presenza della mamma, Francesca Ongaro, ha incontrato il magistrato, Silvia Marchina, che si occupa della vicenda. Un confronto per cercare di ricostruire gli ultimi terribili attimi prima che il velivolo precipitasse. Ma anche per capire i motivi all’origine del tragico incidente. Chiara, apparsa ancora molto frastornata, non ha saputo fornire spiegazioni. Ad esempio come mai il papà, ore infinite di volo alle spalle, abbia deciso di rientrare e non abbia chiesto l’emergenza. Poi l’impatto. Chiara ha detto che non ama volare, e che quello di sabato era il suo secondo volo con papà e le sorelle. Ogni anno ne organizzavano uno. Insomma, dettagli molto personali, intimi, che non aggiungono nulla di sostanziale all’inchiesta.
Il consulente nominato dalla Procura, ingegnere Alberto Forchini, docente al Politecnico di Milano, si è preso 90 giorni di tempo prima di depositare i risultati della perizia. Cosa è successo quella mattina? Tra le ipotesi prese in esame, quella di un possibile problema al motore, l’unica parte del velivolo che si è salvato dall’incendio. Oppure il carburante non idoneo, o problemi legati alla manutenzione del velivolo stesso. Nell’impatto con il terreno si era rotta l’ala dove era stipato il carburante che ha preso fuoco avvolgendo immediatamente la carlinga. © RIPRODUZIONE RISERVATA