Ucciso dalla compagna a Morengo: Ernest, morto a 30 anni per una lite

L'arma del delitto un coltello da cucina brandito dalla 51enne. Fatale un solo fendente al petto. Il legale della donna: "Legittima difesa"

Ernest Emperor Mohamed e Sandra Fratus

Ernest Emperor Mohamed e Sandra Fratus

Lungo le scale del condominio dove vivevano ci sono tracce di sangue. I vicini spesso li sentivano litigare: urla e grida che provenivano dal loro appartamento a qualsiasi ora del giorno. Prodromi di un’escalation di aggressività che ha trovato sfogo in un’unica pugnalata al petto, ma letale. L’omicidio intorno alle 23 di venerdì in una casa di via Umberto I, nel centro di Morengo, nella Bassa Bergamasca. Una casa all’interno di una corte. Sandra Fratus, disoccupata 51enne, madre di due figli (avuti da una precedente relazione) ha colpito con un coltello da cucina il compagno Ernest Emperor Mohamed, trentenne nigeriano. I carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Treviglio, coordinati dal pm Emma Vittorio, l’hanno arrestata. Al momento, l’accusa è di omicidio volontario aggravato dai futili motivi.

A fare da sfondo, una storia di estrema fragilità, di equilibri precari dove basta poco per deviare. Sandra Fratus, originaria di Romano di Lombardia, dopo un periodo vissuto a Bariano, si era trasferita a Morengo. Da anni conosceva Ernest Mohamed, ma la loro convivenza era iniziata da qualche mese. Un rapporto, il loro, spesso travagliato, condito da sfuriate improvvise, come hanno raccontato i vicini. Proprio come è accaduto venerdì sera; il copione sempre lo stesso, soltanto che questa volta si è superato il limite di non ritorno. L’aggressione, come hanno accertato i carabinieri, è avvenuta al culmine della lite fra la coppia, dovuta a quanto pare, a motivi banalissimi. A quell’ora nell’appartamento c’erano solo loro due. Secondo quanto ricostruito la Fratus a un certo punto avrebbe afferrato un coltello da cucina e si sarebbe scagliata contro il trentenne.

Un solo fendente, al petto: il nigeriano crolla a terra agonizzante. Sarebbe stato il secondogenito della donna, un 23enne, arrivato a casa pochi istanti dopo il delitto, a chiamare il 118. Quando il personale sanitario ha raggiunto l’abitazione la Fratus era accanto alla vittima mentre cercava di fare il massaggio cardiaco per salvarlo. Ma le sue condiziono sono apparse critiche, tant’è che l’intervento dei medici è risultato inutile. La 51enne è stata portata in caserma dove nella notte è stata sentita dal pm di turno, Emma Vittorio. Ha risposto e cercato di chiarire la sua posizione. Ora si trova in carcere. L’assiste l’avvocato d’ufficio Vanessa Bonaiti che sottolinea la condizione di "fragilità e profondo disagio" vissuta dalla Fratus: "Non è escluso — ha precisato il legale — che il suo sia stato un tentativo di difesa".