A livello di distretto (Bergamo rientra in quello di Brescia, che comprende i tribunali di Mantova e Cremona) l’adesione allo sciopero ha toccato l’80 per cento. Ieri nell’aula di Corte d’assise, al tribunale di via Borfuro, si è tenuta un’assemblea aperta, per spiegare ai cittadini i motivi della protesta, in collegamento con Brescia.
A riassumere i motivi dell’astensione è il pm della procura di Bergamo, Carmen Santoro, rappresentante della sottosezione di Bergamo dell’Anm (Associazione nazionale magistrati): "La magistratura associa questa astensione collettiva dall’attività di udienza, eccettuate quelle indifferibili o urgenti, perché ritiene che il progetto di riforma costituzionale, per il quale peraltro c’è una accelerazione in corso, che comporterà una separazione delle funzioni tra pubblici ministeri e giudici, e quindi delle carriere, sia un qualcosa che toglierà il pubblico ministero dalla giurisdizione.
Il pubblico ministero è il primo giudice che il cittadino incontra, in questo modo invece ci sarà un pubblico ministero del tutto distinto e separato dal giudice, si prevedono la costituzione di due diversi consigli superiori della magistratura, l’istituzione alta corte disciplinare. Quello che spaventa i magistrati è di avere un pubblico ministero assoggettato all’esecutivo che non sarà più libero e indipendente, e soprattutto imparziale. Le ragioni dello sciopero dei magistrati sono a tutela dei cittadini. Abbiamo bisogno di risorse per poter espletare il nostro lavoro a tutela della cittadinanza".
Le risorse, si accennava, sono più magistrati, personale amministrativo, polizia giudiziaria, dotazioni adeguate (come i pc), la soluzione al sovraffollamento delle carceri.
F.D.