Expo, cantieri aperti e contadini infuriati: Vie d’acqua nord, l’ultima staffetta

Un canale secondario serve i laghi e il fossato del sito di Rho-Pero, mentre si attende il taglio del nastro di quello principale. I tecnici: ma ce la faremo

SCAVI Il cantiere delle Vie d’acqua nord nel tratto di via Montegrappa ad Arese La consegna dei lavori del lotto era prevista la scorsa settimana

SCAVI Il cantiere delle Vie d’acqua nord nel tratto di via Montegrappa ad Arese La consegna dei lavori del lotto era prevista la scorsa settimana

Milano, 10 marzo 2015 - Tre settimane fa i laghi e i canali del sito di Expo si sono riempiti d’acqua. Sulla carta il rifornimento arriva attraverso la Via d’acqua nord, 7,3 chilometri di bretella idraulica dal canale Villoresi alla cittadella dell’evento. Tuttavia, basta guardare oltre le reti arancioni che da Rho fino a Garbagnate circondano gli scavi, per constatare che il canale è ancora secco. E che i lavori non sono pronti per essere consegnati. Le sponde devono essere terminate, le piste ciclabili pure. A cinquanta giorni dall’inizio dell’Esposizione universale, si lavora anche il sabato, ma non su tutti gli snodi del serpentone.

Da dove arriva l’acqua di Expo? Per scoprirlo bisogna risalire il corso dal fossato che delimita il cantiere, lungo il tracciato di un minuscolo naviglio stretto tra due muretti in mattoni e travertino. Un percorso tortuoso, nelle campagne a nord ovest di Milano, inseguendo quello che sui progetti è indicato come il «canale secondario» delle Vie d’acqua nord. Di fatto, si tratta di opere collaterali alla principale, inserite negli oltre 22 milioni di euro di costo complessivo dell’infrastruttura, da Monza fino all’accesso al sito espositivo.

Il mini-canale fa parte di un reticolato di rogge che serve ad abbeverare gli appezzamenti di terra coltivati, ma al momento funge da arteria principale per dare da bere a un altro latifondo, quello dell’Expo. Un piano B in attesa dell’apertura della via d’acqua vera e propria, ma che potrebbe fungere da stampella qualora i cantieri si trascinassero oltre il primo maggio. I vertici del consorzio Villoresi lo escludono: «Siamo nei tempi», spiega il presidente, Alessandro Folli. Secondo il geometra Angelo Salvaneschi, direttore tecnico del cantiere delle Vie d’acqua nord per la Cooperativa Costruzioni di Bologna, l’impresa che si è aggiudicata con il 21% di sconto su un base 14 milioni di euro la fetta più importante dei lavori, «entro una settimana daremo acqua al canale principale. Abbiamo cento operai in cantiere tutti i giorni». Secondo il professionista, anche il contorno dell’infrastruttura (come le piste ciclabili), sarà chiuso per tempo.

Tuttavia, in molti punti il cantiere appare ancora indietro. Nell’area di via Montegrappa ad Arese, ad esempio, al centro del tragitto dell’opera, le ruspe sono ancora impegnate negli scavi, mancano le pareti in cemento e i percorsi collaterali sono abbozzati. La consegna, riporta il cartello che campeggia fuori dal cantiere, era fissata per settimana scorsa. I ritardi non sono l’unico boccone amaro delle Vie d’acqua nord. Il canale secondario è finito nel mirino di hobbysti dell’orto e dei contadini della zona, perché le pareti in mattoni lo rendono impermeabile. Quindi non può irrigare i terreni. Per i movimenti «No Canal», «si tratta di uno spreco. Hanno realizzato un canale che non irriga a un metro di distanza da quello irriguo già esistente. Non poteva bastare sistemare quest’ultimo?».

Alle spalle di Villa Arconati a Bollate, l’associazione temporanea di imprese Valbasento e Tognetti ha vinto lo scavo di una vasca di laminazione che dominerà le piene del torrente Guisa. Ha offerto 3,4 milioni di euro, praticando uno sconto del 33,7% sulla base d’asta che le ha permesso di bruciare altre cento concorrenti, e poi subappaltato la costruzione alla Paeco srl di Matera. La consegna? A fine agosto, a Expo ormai iniziato.

luca.zorloni@ilgiorno.net

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