Donna uccisa, amici sotto choc: "Una tragedia senza un perché"

L'uomo da tempo sembrava caduto in una profonda depressione, connotata dalla paura che una grave malattia potesse turbare la felicità del suo matrimonio

 I carabinieri in via Cusciano

I carabinieri in via Cusciano

Vergiate (Varese), 29 maggio 2017 - E' sotto choc la cittadina di Vergiate. Ieri, nella mattinata calda e soleggiata, nessuno aveva voglia di parlare, dopo la tragedia che ha colpito sabato la famiglia Nizzola. Nessuno riesce a spiegarsi il perché del drammatico gesto di Claudio Nizzola, 62 anni, che all’alba di due giorni fa ha soffocato nel sonno la moglie Renata Ottone, 57 anni, per poi togliersi la vita gettandosi dalla finestra del solaio di casa. Gli inquirenti ora sentiranno altre persone vicine alla coppia, nel tentativo di trovare una plausibile spiegazione che, però, non potrà mai essere sufficiente a giustificare quanto accaduto.

In quella palazzina residenziale la coppia aveva condiviso anni di spensieratezza, di felicità, di passioni condivise soprattutto per i viaggi. Eppure qualcosa, ad un certo punto, si è rotto. Non sarà probabilmente mai spiegabile il perché del malessere che, a quanto sembra, ha travolto il sessantaduenne il quale, da qualche tempo, sembrava essere caduto in una profonda depressione, connotata dalla paura che una grave malattia potesse turbare la felicità del suo matrimonio. Inutili le rassicurazioni del medico di famiglia, al quale l’uomo si era rivolto per farsi prescrivere alcuni accertamenti clinici, prima per sé e poi per la moglie, tutti risultati negativi. Non è bastato il suo conforto, la cura quasi maniacale che sia lui che la moglie avevano riposto nella gestione casalinga, Nizzola era forse ormai irrimediabilmente convinto che la loro vita insieme sarebbe stata spezzata da una malattia. Non ne sapeva nulla l’unica figlia del pensionato, nata da una precedente unione, arrivata ieri sul luogo della tragedia, così come le persone più vicine alla coppia.

«Non ci sono frasi che possano spiegare lo stupore e il dispiacere», ha commentato ieri un residente di via Cusciano, dove le persiane sono rimaste accostate per tutta la mattinata. Ancora traumatizzata la donna che, sabato mattina, ha scoperto il corpo senza vita di Nizzola, mentre gettava la spazzatura. È stata la sua chiamata a mettere in moto l’inutile corsa del 118, e a portare i carabinieri di Gallarate la Squadra Rilievi dell’Arma dentro l’appartamento al secondo piano del civico 20, dove Renata Ottone era stata soffocata con un cuscino qualche ora prima, poi vestita e sistemata dal marito con le mani sul petto.