Promettevano alberghi fantasma: 7 arresti e 18 milioni di euro sequestrati / VIDEO

L'organizzazione internazionale utilizzava anche testimonial come gli ignari John Travolta e Andrea Bocelli per rendere più realistico il raggiro

Maxi truffa alberghi di lusso

Maxi truffa alberghi di lusso

Varese, 17 gennaio 2017 - Un anno di indagini ha consentito di smantellare un'organizzazione criminale internazionale con basi in Italia, Lussemburgo, Svizzera, Caraibi e Londra dedita alla truffa aggravata, appropriazione indebita, abusiva attività finanziaria e bancaria, sollecitazione e raccolta abusiva del risparmio, ostacolo alle funzioni di vigilanza, riciclaggio, autoriciclaggio, circonvenzione di incapaci, falso in atti e sostituzione di persona. A portare alla scoperta di questa organizzazione è stata un'operazione condotta dal Nucleo di polizia tributaria di Varese sotto la direzione della Procura della Repubblica di Busto Arsizio, con il coordinamento del sostituto procuratore della Repubblica, Luigi Furno. Il sodalizio criminale era stato concepito e strutturato da D. G, italiano residente nel Varesotto prima di emigrare a Lugano, e da F. L. R., broker finanziario e impresario residente a Santo Domingo con cittadinanza italiana e americana. Questo duo diabolico aveva una vasta rete di collaboratri attraverso i quali aveva indotto 200 privati risparmiatori e investitori ad impegnare circa 20 milioni di euro in totale nel "progetto" immobiliare "Puerto Azul", che prevedeva la realizzazione di un complesso turistico alberghiero extra lusso "8 stelle" prima in Repubblica Dominicana e poi in Belize. In realtà nulla di tutto questo avrebbe potuto neppure essere costruito, visto che si tratta di zone sottoposte a tutela ambientale.

Eppure i truffatori per convincere gli investitori avevano persino organizzato eventi con ospiti internazionali come John Travolta e Andrea Bocelli, la cui immagine è stata strumentalizzata a loro insaputa. Il metodo di circuizione adoperato dal sodalizio prevedeva la stipula di contratti simulatori ed artificiosi creati per irretire la clientela e indurla all'investimento, mediante bonifici effettuati su conti "di sponda", interposti tra i conti dell'organizzazione (ubicati in Svizzera, Lussemburgo e Belize) e i conti di partenza dei clienti, al principale fine di eludere la vigilanza degli istituti di credito dove lavoravano i promotori e dove c'era il portafoglio dei clienti. Le disponibilità finanziarie dei clienti, in alcuni casi, provenivano da facoltosi imprenditori, i quali avevano necessità di reinvestire denaro frutto di evasione fiscale delle proprie aziende. In altri casi, invece, derivava da risparmi di anziane persone raggirate. Ora l'arrivo delle forze dell'ordine, l'arresto di sette persone coinvolte e il sequestro di  26 immobili,27 terreni, quote societarie di 10 imprese, 6 autovetture e 18 conti correnti per un totale di oltre 18 milioni di euro