Pian di Spagna, gli ambientalisti: "No ai tagli delle piante"

"Abbattimenti, oltre che del tutto ingiustificati, anche dannosi" di ALE.BERG.

Una motosega (Foto di repertorio LaPresse)

Una motosega (Foto di repertorio LaPresse)

Dubino (Sondrio), 1 febbraio 2015 - Il gruppo "Occhi sul Pian di Spagna" comunica di avere simbolicamente messo a dimora una piantina di gelso per rimpiazzare le due quasi centenarie, gradita mensa per passeracei e cesene, che, su terreno della riserva e ad opera di personale della stessa, sono state tagliate, «senza apparente ragionevole motivo. Tali abbattimenti ci paiono, oltre che del tutto ingiustificati, anche dannosi, considerato che gli alberi in questione contribuivano ad alimentare un gran numero di uccelli, appartenenti a diverse specie, in un momento tanto delicato come lo è quello della riproduzione - dichiara Lionello Bazzi portavoce del Cros Varenna - la tutela e la conservazione del patrimonio arboreo, sia pubblico sia privato, è uno dei compiti più importanti in capo alla Riserva, e deve essere perseguito invertendo il trend in atto da alcuni anni a questa parte che ha visto invece dilagare il preoccupante impoverimento di tale patrimonio».

Domani ricorre la Giornata mondiale delle zone umide, una grande occasione per ricordare il ruolo fondamentale che svolgono questi ambienti che - se da un lato sono ecosistemi particolarmente sensibili all’impatto dei cambiamenti climatici - dall’altra sono una preziosa risorsa di acqua, di cibo e di stoccaggio del carbonio. Lo slogan internazionale della giornata di quest’anno “le zone umide per il nostro futuro: i mezzi di sussistenza sostenibili” dà l’occasione al sodalizio per comprendere il ruolo e la funzione di laghi, paludi e torbiere per la conservazione della vita e della sua diversità e di promuovere, nel nostro Paese, l’inserimento di nuove aree e nuovi territori nell’elenco delle zone umide di importanza internazionale in base alla Convenzione di Ramsar che ha permesso di identificare le più importanti aree umide mondiali. «Purtroppo noi qui dobbiamo segnalare invece una minaccia: più a nord, dove il delta della Mera porta le sue acque nel lago, in una delle porzioni più suggestive e di massima naturalità, l’area umida è lambita dal precario muro di contenimento delle scorie di lavorazione dell’acciaieria ex Falk, area non bonificata, oggetto di un nuovo progetto industriale che è ormai alla fine di un iter di approvazione».