CAMILLA MARTINA
Cronaca

Sondrio, auto nuove ma che non funzionano: Poste sempre più nel caos

Il sindacalista: "Il colmo se si pensa che si tratta di macchine con solo due chilometri"

Una delle automobili nuove che però non funzionano

Sondrio, 1 settembre 2016 - Non bastavano i ritardi nel recapito e la mole di lavoro aumentata, nel calderone degli inconvenienti della ristrutturazione di Poste italiane, è finita pure la nuova flotta in dotazione. «Molte delle macchine messe a disposizione dalla Spa, in sostituzione di quelle vecchie, non partono - rivela Antonio Rizzo, referente Slp Cisl e addetto al recapito -. L’altro giorno, sono andato di persona a ritirarne una che mi ha lasciato a piedi. Pensavo fosse un caso ma, confrontandomi con i colleghi, sono venuto a sapere che la stessa cosa è capitata in altri centri provinciali. Presenta qualche problema almeno una su cinque delle nuove Panda bianche, esteticamente uguali alle vecchie (che, tra l’altro, devono ancora essere ritirate)».

«Il colmo se si pensa che si tratta di autovetture nuove, con appena due chilometri ciascuna», prosegue. Fa sorridere ma anche pensare questo ulteriore tassello barcollante di un piano di ristrutturazione che sta incassando critiche da utenti e lavoratori. «Da quando sono rientrato dalle ferie, ogni giorno ricevo 3/ 4 telefonate di addetti che si lamentano perché non riescono a portare avanti il loro lavoro come vorrebbero». Pesano il recapito a giorni alterni, che genera un aumento del carico di lavoro, a maggior ragione d’estate con le ferie di mezzo, e la prospettiva di un’ulteriore quotazione in borsa della società che potrebbe portare alle riduzione di posti di lavoro.

Il personale giudicato in eccedenza, in provincia una 70ina di persone su 450 di cui 250 al recapito, al momento, concretamente, continua a svolgere le mansioni di prima (solo con un nome diverso), ma dall’anno prossimo il suo futuro è incerto. Le lamentele arrivano anche dall’utenza per corrispondenza scaduta o tardiva. «Colpa delle giacenze che si accumulano a dismisura e non possono essere smaltite con tempestività», specifica Rizzo. Solo Sondrio sembra salvarsi. «Per una questione numerica, il capoluogo è il meno penalizzato». Nei 10 giorni canonici dalla fine dello sciopero delle prestazioni aggiuntive e straordinarie (il 25 agosto), le sigle auspicano che l’azienda faccia marcia indietro e riveda le proprie posizioni. «Altrimenti torneremo a incrociare le braccia, anche a livello nazionale», per ora lo sciopero non ha oltrepassato i confini delle diverse regioni.