
Marco Vuono con Moser (N.P.)
Sondrio, 4 marzo - «Mai come oggi il cuore di Sondrio ha bisogno di aiuto. Non si tratta semplicemente di incentivare il passaggio, si tratta di garantire la sopravvivenza», commenta Marco Vuono, titolare del locale “Terra vino”, in piazza Cavour. Nell’ultima riunione dell’associazione Centro storico, che raggruppa i commercianti della zona, preoccupazione e pessimismo non hanno sconfitto lo spirito di iniziativa. «Mi hanno chiesto di assumere la presidenza, ci starei ma partendo da qualcosa di concreto», da una proposta come quella che ha postato su Facebook: «parcheggi gratis per le prime due ore in tutta Sondrio, tutti i giorni». «La politica chirurgica della sanzione deve finire. Il centro sta morendo e i nostri politici fanno finta di niente. Ci troveremo tutti a Castione a mangiare le patatine fritte». È ora di «smettere di lamentarsi, superare il pessimismo diffuso e proporre, confrontarsi, lottare», prosegue. «Facciamo un anno di prova, vediamo cosa succede che effettivo ritorno possa avere l’iniziativa», aggiunge. In cambio, se funziona, «garantiremo qualcosa all’amministrazione».
Per Vuono, modificare l’esistente si può, anzi, si deve. Tutti devono, «noi commercianti in primis: non ha senso aprire alle 8 e chiudere in pausa pranzo. Cambiamo gli orari, apriamo la domenica. Sono disposto a dare il buon esempio». Chiede ai colleghi di ripartire da qui, creando una rete tra tutte le piazze che si sono rinnovate in questi anni; al mercato di aumentare le presenze e organizzare iniziative come feste e degustazioni; ai concittadini di essere più tolleranti, perché «i problemi di un capoluogo, che da anni ha rinunciato a essere cabina di regia della provincia, sono tanti. Per risolverli non bastano i festival o gli eventi spot, serve qualcosa di più sistematico». Secondo Vuondo, è stato un errore aprire Sondrio alla grande distribuzione: «La città doveva essere un grande centro commerciale diffuso, fatto di piccole realtà artigiane. Quando ero in amministrazione non mi rendevo conto delle problematiche del commercio. Ora che ci sono dentro è diverso. Capisco che ci sono molti che sopravvivono solo perché non pagano l’affitto, che negli anni ottanta era più facile, che oggi le spese sono tante e troppo pesanti. Se favorendo il passaggio lavorassimo di più tutti anche il Comune ne trarrebbe benefici».