Ex cameriera si fa male e perde tutto: "Sfrattata, il proprietario mi chiede soldi"

Rischia di non avere più un tetto sulla testa e di essere costretta a restituire al proprietario della villetta in cui vive i soldi che gli deve e quanto lui ha speso per rivolgersi a un legale. È disperata Elena Velicu, romena di 38 anni che si è trasferita in via Toscanini a Ceranova nel 2010 di Manuela Marziani

Elena Velicu, 38 anni (Torres)

Elena Velicu, 38 anni (Torres)

Ceranova (Pavia), 7 settembre 2014 - Rischia di non avere più un tetto sulla testa e di essere costretta a restituire al proprietario della villetta in cui vive i soldi che gli deve e quanto lui ha speso per rivolgersi a un legale. È disperata Elena Velicu, romena di 38 anni che si è trasferita in via Toscanini a Ceranova nel 2010. Altri tempi, come la donna stessa ammette. «Allora lavoravo come cameriera ai piani di un hotel 5 stelle di Milano — racconta —, avevo un buono stipendio e avevo potuto prendere in affitto una villetta. Mi ero trasferita a Ceranova con mia madre, per stare vicina a mia sorella che aveva avuto una bambina e aveva bisogno di una mano». Poi i rapporti familiari si sono deteriorati e le condizioni di salute di Elena sono peggiorate. «Ho un problema congenito a un piede — prosegue —, mi sono infortunata a un ginocchio mentre lavoravo. Sono rimasta ferma otto mesi e ho perso il lavoro. Su consiglio di un’amica, ho avviato le pratiche per chiedere l’invalidità, ma non ho più potuto pagare i 600 euro d’affitto. Mi aiutava mia mamma con la sua misera pensione facendo la spola con la Romania».

Le difficoltà sono arrivate molto presto. «Per le pratiche dell’invalidità ho dovuto andare in Romania per un certificato — continua Elena —, mentre ero via è arrivato l’ufficiale giudiziario e mi hanno pignorato l’auto usata che avevo comprato per andare a lavorare e che usavo per seguire diversi corsi che mi consentissero di trovare un altro posto. È stato un colpo per mia mamma, il suo cuore non ha retto. I vicini hanno fatto una colletta per permettermi di farle il funerale e riportarla in Romania. Proprio mentre ero via, però, ho trovato nella cassetta postale un altro avviso dell’ufficiale giudiziario per lo sfratto: il proprietario pretende da me 9mila euro di arretrati sull’affitto e oltre 1.300 euro di spese legali sostenute. Tutto questo nonostante non abbia neanche firmato il contratto. Nel 2012, quando mi aveva imposto un aumento di 8 euro al mese perché le tasse erano aumentate, non avevo firmato. Non lavoro da tre anni e mezzo, ho avuto solo piccole occupazioni, il mio conto in banca è in rosso, sono in difficoltà e non posso neppure trovarmi una casa più piccola perché tutti in paese conoscono la mia condizione e non vogliono affittarmi nemmeno un monolocale».

Ora Elena Velicu, che continua a sostenere colloqui di lavoro, spera di poter trovare un altro posto, di ottenere la pensione d’invalidità e una casa popolare a Milano. «Se mi arrivassero gli arretrati li darei tutti al proprietario — conclude —. Lui ha ragione, chiedo solo qualche settimana di tempo ancora. Ho chiesto di rateizzare la fattura del gas, in passato mi hanno staccato la luce perché ho tardato e mi fanno la spesa i ragazzi dell’Assemblea per la casa». Saranno loro giovedì a tenere un presidio per evitare che Elena, al terzo accesso dell’ufficiale giuriziario, finisca in mezzo a una strada.

manuela.marziani@ilgiorno.net