Troppe barriere, il Comune paga ma solo per opporsi a una disabile

Pavia, la donna ha fatto causa per le fermate dei bus non idonee

 Raffaella Zanaletti a una fermata dell’autobus  che fatica a utilizzare perché non ha un punto d’appoggio (Torres)

Raffaella Zanaletti a una fermata dell’autobus che fatica a utilizzare perché non ha un punto d’appoggio (Torres)

Pavia, 21 novembre 2015 - Credeva d’aver lottato per veder riconosciuto un proprio diritto, quello di spostarsi con i mezzi pubblici. Per questo aveva deciso di fare causa al Comune con il quale poi ha trovato un accordo. Ma in realtà è cambiato proprio poco. Ancora a Raffaella Zanaletti, 42 anni, capita di dover chiedere aiuto a qualcuno per poter scendere dall’autobus e raggiungere il suo posto di lavoro all’università. "Se l’autista non riesce a centrare lo spazio in cui sul marciapiedi è stata disegnata una carrozzella bianca in campo blu - racconta la donna che è affetta da una fibriomialgia e oggi ha una disabilità dell’80% -, devono farmi scendere in braccio". Perché il marciapiede è troppo alto e per una persona con la sua patologia. Così se il bus riesce ad avvicinarsi, può scendere in autonomia, altrimenti ha bisogno di aiuto. Eppure nel dicembre dello scorso anno aveva deciso di chiamare in causa il Comune perché si sentiva discriminata. "Muovermi a Pavia per me è impossibile - aggiunge la donna -. L’anno scorso facendomi scendere dall’autobus mi hanno provocato uno stato infiammatorio che mi ha fatto assentare dal lavoro per un mese. La soluzione per me poteva essere pagare un mezzo alternativo, che mi costava 5 euro a viaggio e, secondo il magistrato che ha esaminato il caso, il Comune non poteva sostenere la spesa per la spending review". Per discutere la causa, invece, il Mezzabarba ha messo a bilancio 11mila euro con i quali avrebbe potuto effettuare diversi interventi per abbattere le barriere architettoniche.

E dire che per chiudere la questione, l’avvocato della donna ha proposto un accordo con il Comune che si era impegnato a rendere meno difficili gli spostamenti delle persone con disabilità, sistemando alcune fermate. Costo previsto per le opere 12mila euro. "Se li hanno spesi, li hanno spesi male - attacca la donna - perché non si capisce che cosa abbiano fatto. E’ stata sistemata la fermata del policlinico, ma poi hanno dipinto qualche marciapiede di blu, hanno allungato il marciapiede del capolinea della ‘1’ e a Mirabello, in corrispondenza della fermata disabili c’è quasi sempre un’auto in sosta. Insomma, muoversi a Pavia è una tragedia". Per ora Raffaella Zanaletti ha firmato l’accordo con il Comune, ma non ha deciso di arrendersi. «Si stanno violando delle leggi, mi rivolgerò altrove» anticipa. E l’associazione Admaiora sta pensando di far arrivare in Consiglio comunale i problemi dei disabili. «In passato i bandi sono stati vinti - dice Micaela Scala presidente dell’associazione - sono arrivati i soldi? La situazione per i disabili a Pavia è critica e la responsabilità non è soltanto di questa amministrazione che con l’assessore alla Mobilità Davide Lazzari mostra una sensibilità personale, ma anche delle precedenti».