Precisazioni dalla direttrice del carcere di Voghera

La lettara di Maria Antonietta Tucci

Maria Antonietta Tucci

Maria Antonietta Tucci

Vogheta (Pavia), 23 gennaio 2018 - Riveciamo dalla direttrice del carcere di Voghera, Maria Antonietta Tucci, e pubblichiamo:

Con rammarico deve affermarsi che l’argomento della giustizia riparativa e della mediazione penale, affrontato in data 17 U.S., in quanto richiesto, durante una cena organizzata da un Club Rotariano, riveste estrema delicatezza ed importanza e non è da confondersi con azioni di volontariato che si svolgono nell’ambito dell’Istituto Penitenziario di Voghera e che sono state decisamente fraintese da chi ha scritto l’articolo pubblicato in data 21 gennaio su queste colonne. Nessuno in questo istituto si reca a pulire le tombe delle proprie vittime. In particolare, si precisa che la scrivente ha voluto parlare di alcune iniziative di volontariato, utili per l’ammissione dei soggetti ad eventuali progetti di giustizia riparativa, che taluni detenuti compiono, sia mantenendo pulite le tombe, ma di un cimitero locale, ove naturalmente non riposano vittime di rei presenti in questo istituto, sia servendo nelle mense dei poveri, sia svolgendo attività di archivista presso il Tribunale di Pavia. Pertanto la sottoscritta ha posto l’accento sul fatto che è rilevante che i detenuti intraprendano azioni di tal genere, azioni simbolicamente risarcitorie, che favoriscono l’iniziativa di una rielaborazione critica dei fatti commessi. Duole ancora smentire che la scrivente non si è espressa in termini di “killer di mafia”, bensì di “detenuti condannati per alcuni reati previsti 4 bis OP”. “ e non 41 bis O.P.”, categoria peraltro non presente presso questo istituto. In merito al comportamento di chi non ha voluto partecipare all’avvio del progetto di giustizia riparativa, la scrivente si è semplicemente soffermata a sottolineare le diverse reazioni dinnanzi al realizzarsi di tale iniziativa.