Suore missionarie uccise in Burundi, in lacrime la sorella di Madre Lucia: "Era il suo compleanno"

"Oggi avrei dovuto chiamarla ma non posso più farle gli auguri. Un nostro fratello l’aveva già chiamata, per anticiparle gli auguri, ma non c’era già più" LA SVOLTA: PRESO IL PRESUNTO ASSASSINO / LA SCHEDA DI SUOR LUCIA di Alessandro Crisafulli

Un soldato del Burundi, nel riquadro Bernardetta Boggian, poi Lucia Pulici e Olga Raschietti (combo)

Un soldato del Burundi, nel riquadro Bernardetta Boggian, poi Lucia Pulici e Olga Raschietti (combo)

Desio (Monza),  9 settembre 2014 - Ieri, suor Lucia Pulici avrebbe spento 75 candeline. «Oggi avrei dovuto chiamarla—racconta la sorella Anna, 84 anni, che abita in una modesta palazzina nel quartiere San Giorgio di Desio, in Brianza—, ma non posso più farle gli auguri. Un nostro fratello l’aveva già chiamata, per anticiparle gli auguri, ma non c’era già più». La notizia ha presto fatto il giro del rione, dove abitano 4 sorelle, molto anziane, mentre altri due fratelli vivono altrove. Suor Lucia era molto conosciuta, specialmente tra chi è un po’ in là con gli anni e frequenta la parrocchia.

«Siamo cresciuti insieme— ricorda Piergiorgio Caspani, noto imprenditore e amico d’infanzia della donna —, anche se era qualche anno più piccola di me. Ricordo una ragazza meravigliosa, di una strepitosa dolcezza, già allora era evidente la sua predisposizione a mettersi a disposizione degli altri e la sua vocazione religiosa». Una vocazione forte, che il 2 luglio le aveva fatto tagliare il traguardo del mezzo secolo di consacrazione. «L’ultima volta che l’avevo sentita — spiega la sorella Anna — non stava molto bene, era un po’ammalata, aveva problemi al cuore, ma ce la metteva ancora tutta per dare una mano e non voleva tornare qui. Lei voleva morire in Africa, mamai avrebbe voluto farlo in questo modo». L’anziana fatica a trattenere il dolore, «perché uccidere delle suore? Perché?», ripete, a intervalli, mentre ripercorre a ritroso la vita di suor Lucia.Un anno fa, ad ottobre, era tornata per qualche mese a Desio. «È stata un po’ – spiega la sorella – ma poi è tornata dove si sentiva che doveva stare. Più o meno, veniva a Desio ogni tre anni». 

Era la penultima di 8 fratelli, cresciuti presto senza il padre, deceduto da giovane. «Ha deciso di andare via a 21 anni dopo aver studiato come ostetrica—dice l’anziana—, prima è stata 9 anni in Amazzonia, poi è stata sempre in Africa». Prima tappa il Congo, poi il Burundi, dove risiedeva in un quartiere settentrionale di Bujumbura, presso la parrocchia Guido Maria Conforti. Il convento sostiene un Centro per i giovani fondato dai Padri saveriani che promuove la convivenza tra etnie diverse. Accanto a lei anche Olga Raschietti, 83 anni, e Bernardetta Boggian, 79, uccisa qualche ora dopo, forse dallo stesso assassino. «Le conoscevo tutte e tre — spiega la signora Pulici — tre donne straordinarie, piene di forza da donare agli altri». 

Il loro punto di riferimento era la Casa madre di Missionari Saveriani di Parma. Ma Lucia era conosciuta anche nella sede dei Missionari di Desio, dove padre Carmelo Boesso, reggente della struttura, la conobbe un paio di anni fa: «Svolgeva attività pastorale sociale — spiega—lavorava a contatto con i giovani, per favorire la conoscenza e l’integrazione tra le varie etnie del posto, che fino a pochi anni fa erano in guerra tra loro, con oltre 350mila morti. Il Centro di Kamenge ha circa 35mila iscritti e Lucia collaborava per organizzare e promuvovere le attività aggregative, sportive, musicali e ovviamente religiose. È davvero una tragedia». «Credo che la verità non la sapremo mai...», sospira invece la sorella, mentre ripesca dal portafoglio la foto ingiallita di Lucia 21enne, prima di trasferirsi a Parma, da dove avrebbe spiccato il volo per il suo destino al servizio degli ultimi. E dal Burundi, Padre Marano, responsabile del Centro a Bujumbura, ha speso parole di sentito elogio per la religiosa: «Era un aiuto indispensabile. Per anni si è occupata come una veramammadella crescita di tante generazioni di ragazze».

Alessandro Crisafulli