Pedemontana non serve, lo dice lo studio della Regione

"Non riesce a migliorare le condizioni del tratto urbano dell'A4": così lo studio del piano sulla mobilità, in arrivo al Pirellone il 17 maggio

Uno svincolo della Pedemontana

Uno svincolo della Pedemontana

Monza, 22 aprile 2016 - Pedemontana non serve. O almeno, «l’effetto congiunto della Pedemontana, della Rho-Monza e della quarta corsia dinamica non riescono a migliorare le condizioni del tratto urbano a nord di Milano della A4». Non lo dicono gli ambientalisti, la Provincia di Monza o i sindaci della Brianza, preoccupati dell’impatto del cantiere che si è fermato sul territorio, ma lo dicono i tecnici della Regione. E lo mettono nero su bianco all’interno del Piano regionale della mobilità e trasporti, che il 17 maggio arriverà in Consiglio e che in questi giorni è sotto la lente dei gruppi consiliari.

È un’opera monumentale che dà per scontata la realizzazione dell’autostrada, ma la cosa incredibile è che gli stessi tecnici che hanno redatto il piano ora giungono alla conclusione che Pedemontana (con la Rho-Monza e la quarta corsia dinamica sulla tangenziale - tratto urbano a nord di Milano) non portano benefici alle condizioni del traffico. Ma non c’è solo questa autostrada nell’analisi dei tecnici, bensì l’intero sistema tangenziale di Milano, dove emerge anche che la realizzazione della Teem non alleggerisce il carico di traffico della tangenziale Est di Milano, gravata da un traffico giornaliero medio di 170mila veicoli di cui 65mila rilevati alla barriera di Sesto San Giovanni e 115mila alla barriera di Agrate-Vimercate. 

A scoprire la chicca su Pedemontana è stato il gruppo di lavoro del Movimento 5 Stelle. A denunciarla è il consigliere regionale brianzolo Gianmarco Corbetta, storico avversario del progetto autostradale che si propone di attraversare la Brianza. «Per anni sono venuti a dirci che Pedemontana serviva per sgravare il traffico sulla tangenziale milanese, che serviva per bypassare Milano per gli spostamenti est-ovest nel nord della Lombardia, che finalmente con Pedemontana non c’era più bisogno di passare dalla tangenziale per andare da Varese a Bergamo. E ora gli stessi tecnici della Regione candidamente ammettono che l’opera non serve a nulla in termini di alleggerimento del traffico sulla tangenziale!», chiosa Corbetta. Il piano individua quattro possibili scenari al 2020, a seconda che si investa di più o di meno sul trasporto collettivo (treni e bus) o sulle strade e autostrade. Nelle analisi trasportistiche i tecnici suggeriscono alla politica quali siano le scelte più efficaci. «La prima cosa da notare è che in tutti e quattro gli scenari si prevede al 2020 una riduzione degli spostamenti giornalieri su strada ed un aumento sul trasporto pubblico su ferro e su gomma - sottolinea Corbetta -. Nelle considerazioni finali in sostanza i tecnici dicono che lo scenario migliore è quello che prevede al 2020 pochi investimenti su strade e autostrade e maggiori investimenti sul trasposto pubblico». 

Passando ai soldi, «dall’elaborazione dei nostri tecnici sembra che gli investimenti previsti siano equilibrati, tra strade-autostrade e trasporto pubblico. Il quadro però cambia radicalmente se prendiamo in considerazione le azioni da attuare prioritariamente e i fondi effettivamente disponibili. Dove vengono spesi i soldi che davvero ci sono? Per il 95% in strade e autostrade e per il 5% nella ferrovia. Quindi - è la conclusione - i tecnici dicono una cosa, la Giunta ne fa un’altra». Anche Pedemontana per la Regione è un’opera imprescindibile. Addiruttura si danno per completate al 2017 le tratte B2 e C, quando siamo ancora lontani dal closing finanziario e il cantiere è bloccato da mesi dopo l’inaugurazione della tratta B1. «Siamo al ridicolo», conclude Corbetta.